The Falconeer – Recensione

PC Xbox Series X

“Solo le ali di un falco sono libere dalle acque che ci vincolano” si legge durante il breve caricamento iniziale di The Falconeer, poco prima che una sciamana sveli alcuni frammenti di storia del Grande Ursee, un mondo quasi interamente bagnato dal mare e dal sangue versato da anni di conflitti.

Sviluppatore / Publisher: Tomas Sala / Wired Productions Prezzo: 29.99€ Localizzazione: Testi Multiplayer: Assente PEGI: 12 Disponibile Su: PC (Steam), Xbox Series X|S

Comincia così l’avventura narrata da questo indie sviluppato principalmente da un solo uomo, l’abile Tomas Sala. In The Falconeer impersoniamo un falconiere che si sposta e duella cavalcando un enorme falco, un agile mezzo di trasporto biologico perfetto per visitare gli innumerevoli arcipelaghi che costellano lo sconfinato oceano che si staglia sotto il suo ventre piumato.




Dal dorso del fidato animale ci si accorge presto di quanto la natura open world della produzione si sposi bene con il senso di leggerezza derivante dalla possibilità di librarsi in cielo, dacché il volo è l’attività che forse più si avvicina al concetto di libertà. Non ci si faccia però ingannare dalle apparenze per così dire adorabili: il delizioso stile artistico essenziale ma dall’invidiabile colpo d’occhio può spingere a etichettarlo come un progetto fanciullesco, ma la realtà è tutt’altra: il Grande Ursee è un mondo pericoloso i cui cieli pullulano di perigli volanti che possono dare parecchio filo da torcere già a difficoltà normale.

SULLE ALI DELLA LIBERTÀ

L’anima di The Falconeer è racchiusa nei dogfight serrati e adrenalinici. Non che ciò sia un male, intendiamoci: il gameplay è il fulcro del gioco e alcuni scontri sfociano in vorticosi attimi di pura esaltazione.

GLI SCONTRI AEREI SONO IL VERO PUNTO FORTE DEL GIOCO, TANTO APPAGANTI QUANTO ESALTANTI

Padroneggiando il primo diventa più facile gestire i secondi, ma nonostante la semplificazione della meccanica di volo e un’ottima risposta del pad ci vuole comunque un po’ di rodaggio prima di potersi definire un falconiere esperto: fra scatto, piroetta-schivata, frenata con picchiata e manovre basilari, il volo è intuitivo ma non relegato a mero atto no-brain e ciò lo rende appagante. La soddisfazione deriva anche dal fatto che, per ottenere l’energia necessaria a lanciarsi nelle acrobazie, si deve scendere in picchiata fino a che la barra della stamina non si ricarica a sufficienza, quindi cabrare e tornare tra le nuvole.

the falconeer recensione

Nemici ovunque, una nave da scortare e nessuna tempesta in vista: l’è mica facile la vita del falco.

Sembra complicato e all’inizio lo è ma, appena si prende la mano, emerge quanto siano bene integrati a questa struttura i combattimenti, dei frenetici dogfight in cui non c’è un attimo di tregua resi ancora più dinamici dalla meccanica che obbliga a infilarsi nelle tempeste nei paraggi per farsi centrare dai fulmini e ricaricare così le proprie armi. Anche qui, come in altri simulatori di risse aeree, valgono sempre il fondamentale dogma “chi si ferma è perduto” e il segreto di mirare anticipando la traiettoria del bersaglio e del proiettile, magari facendosi aiutare dal mirino ausiliare.

PORCO PESCECANE

Detto dei punti forti, tocca passare alle note meno liete. Superato l’impatto iniziale, The Falconeer mostra presto dei limiti che finiscono col tarpargli le ali. Mi riferisco a un’impostazione open world più anonima del previsto, la quale scricchiola pericolosamente dopo l’ennesimo viaggio scandito, ora più ora meno, dal medesimo itinerario; la scarsa varietà di attività (salvo qualche missione principale più ispirata, fondamentalmente vengono riproposti i soliti 4/5 compiti) e la vacuità che permea il mondo di gioco, ahimè, ben presto fanno scemare l’entusiasmo della prima ora, nonostante gli incantevoli panorami che il Grande Ursee sa regalare ma che, da soli, non bastano a rendere ogni spostamento divertente.

the falconeer recensione

Capito cosa intendo con scorci suggestivi da celebrare con il photo mode?

A peggiorare la situazione contribuisce una progressione RPG dei personaggi poco profonda che, purtroppo, deve pure fare affidamento su delle missioni secondarie davvero troppo ripetitive, le quali a loro volta finiscono inevitabilmente per esacerbare quella sensazione di monotonia che ogni viaggio si trascina appresso.

L’impressione è che sia stato fatto il passo più lungo della gamba nel realizzare un mondo troppo vasto

Non aiuta inoltre una longevità minima di circa 12 ore che risulta eccessiva se paragonata a ciò che il titolo effettivamente offre, né una personalizzazione marginale relegata ai mercanti da cui acquistare potenziamenti per il falco e armi migliori. A livello narrativo invece il discorso è alquanto peculiare, giacché la gestione della campagna non è rigida: dopo il prologo si può scegliere da quale capitolo cominciare fra i due disponibili e successivamente sbloccarne altri tre tra cui l’epilogo, oltre a decidere con quale falconiere e quindi quale fazione affrontare ogni main quest. Ognuno dei sei capitoli è composto da una missione principale e svariate missioni secondarie dimenticabili, ma ricevendo briciole di trama qua e là anziché informazioni dettagliate non tutti digeriranno il modo in cui The Falconeer racconta la sua storia.

In Breve: Nonostante i buoni elementi, l’impressione è che sia stato fatto il passo più lungo della gamba nel realizzare un mondo fin troppo vasto. Anche se per qualcuno è dura ammetterlo, le dimensioni contano e il paradosso è che qui sarebbe stato meglio avere un open world più concentrato ma, proprio per questo, capace di risaltare per densità e varietà. The Falconeer è bello da vedere e divertente quando c’è da menare le ali, ma la vacuità del mondo di gioco e la ripetitività delle missioni dimostrano che nell’intrigante Grande Ursee ci sono dei limiti oltre cui nemmeno il più abile dei falconieri può volare.

Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, Come Gira: Xbox Series X lo fa girare in 4K@60fps senza affanni, ma si possono impostare i 120fps in Full HD. Tecnicamente e artisticamente, Tomas Sala ha realizzato un gioiellino capace di regalare con la sua seducente essenzialità un sacco di scorci suggestivi da celebrare con il photo mode.

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Pro

  • Tecnicamente e artisticamente è un bel vedere / I combattimenti aerei sono avvincenti / Può regalare momenti epici.

Contro

  • La monotonia è dietro ogni angolo / Esperienza minata dalla scarsa varietà generale / Un open world tradito dalla sua stessa ambizione.
7.2

Buono

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