Wartales – Recensione

PC Switch Xbox One Xbox Series X

In un Medioevo fittizio, fra oscurità e lussuria, cupidigia e potere assoluto, Wartales, sviluppato da Shiro Games, è la prova che alla dura legge del mondo si può solo rispondere in un solo modo: con la cappa e la spada. All’occorrenza, anche con un briciolo di fortuna.

Sviluppatore / Publisher: Shiro Games / Shiro Games Prezzo: 14,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Presente PEGI: + 7 Disponibile su: PC (Steam e Xbox GamePass), Xbox One, Xbox Series X|S e Nintendo Switch Data d’uscita: Già disponibile

Prima di addentrarmi in quella foresta, proprio in quella che mi spaventava, mi sono chiesto cosa sarebbe accaduto se non lo avessi fatto pensando attentamente a ogni mia azione. D’altronde, è il mondo a insegnarlo: se non si è pronti ad affrontare qualcosa, se non si parte prevenuti e se non si stringe con forza l’elsa della spada ben prima che un pericolo qualunque si manifesti, allora può capitare di tutto; ce lo ha insegnato Mount and Blade e ce lo ha confermato, nel frattempo, anche Baldur’s Gate 3, l’opera di successo di Larian Studios.




In Wartales, però, ho appreso che per essere realmente i primi, è necessario cibarsi degli ultimi, o aiutarli e proteggerli. In un periodo in cui è complesso prendere una posizione completa, giocare di ruolo e scegliere di essere migliori non è proprio da tutti. Come non lo è, per l’appunto, partire senza le provviste necessarie per un lungo viaggio; bisogna considerare i pericoli, cosa si cela là dove nessuno vede e nessuno può, prendere coraggio e muovere la lama solo nel momento propizio, lo stesso che può essere optato quando si ha scelta da compiere.

Wartales è come Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, con la differenza che la sua fantasia è espressa tutta nel creare situazioni particolareggiate e inedite

Io amo scegliere, prendere strade diverse, affrontare che ho davanti e poi perdermi completamente in un mondo dominato dall’oscurità, in cui niente, NIENTE, è realisticamente immacolato. Wartales è come Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, con la differenza che la sua fantasia è espressa tutta nel creare situazioni particolareggiate e inedite, capaci letteralmente di lasciare al giocatore ogni approccio possibile. Tutto inizia da chi si decide di essere; io ho optato per stare nel mezzo.

LA GRANDEZZA DI WARTALES

Il fato governa ogni cosa, diceva Uthred figlio di Ragnar ne la Saga dei Re Sassoni. In Wartales, in tal senso, non esiste una sola storia principale, bensì molte più di quante mi aspettassi di vedere all’interno di un videogioco. Al riguardo, l’intero mondo non è procedurale ed è stato creato con un numero così generoso di attività da svolgere che diventa quasi impossibile farle tutte in una sola run. Il mio gruppo guerriero, considerando che amo giocare di ruolo, è formato da uomini barbuti armati di spade e asce, con tutta l’intenzione di arricchirsi indipendentemente dalle situazioni che potrebbero capitare.

Sembra – quasi – un mondo magico e immacolato. Fantastico.

Considerando le tante storie al suo interno, alcune di esse realisticamente commoventi, Wartales assume un ruolo particolare all’intero del genere RPG, incastrando le vite dei suoi NPC con quelle dei protagonisti di un party qualunque in missione per raccimolare qualche danaro. Amo le avventure, l’imprevedibilità e sì, pure decidere chi essere indipendentemente dalle situazioni: è qualcosa che ho sempre adorato in videogiochi di questo calibro, e Wartales, che oltre a definire un genere complesso e armonioso, mostra delle idee brillanti che rendono questo mondo ancora più vivo e ricco di sfumature.

Potreste non farne a meno di tutte queste storie

L’architettura narrativa, che racconta i patemi di ogni immensa regione del mondo dell’opera di Shiro Games, è fresca e appassionata, definitiva nei minimi dettagli attraverso dei dialoghi profondamente realistici e verosimili, che in tante occasioni rappresentano il morale di una vicenda e, al riguardo, si tramuta in un insegnamento inaspettato proprio per il giocatore, che si ritrova a dover compiere una scelta. Essere buoni e cattivi, però, non è propriamente ciò che intende manifestare il videogioco: prendendo in prestito le parole di Albus Silente, in Wartales si deve scegliere se seguire la strada più giusta o quella più facile. Ammetto, di nuovo, che ho fatto un miscuglio delle due per gran parte della mia esperienza, servendomi talvolta della mia furbizia per arrivare all’obiettivo, mentendo e tradendo all’ultimo, e riuscendo a compiere il misfatto. Amo creare storie, e Wartales dà l’occasione di tessere i complessi nodi come le Norne, con la differenza che nulla è realmente come appare o come si è pianificato. Come già esplicato poco più sopra, non esiste una pianificazione perfetta senza un minimo di sacrificio.

SINE IRA ET STUDIO

Come recita il titolo del paragrafo, in Wartales non si usano ira e pregiudizi per diventare più ricchi e difendere i profughi in fuga dalla guerra. O meglio, dipende da cosa avviene casualmente su schermo, se il nemico che si ha davanti è insopportabile e se, insomma, non c’è tanto altro da fare se non menare con le mani. Se avete giocato in passato a Mount and Blade, esplorando Calradia in lungo e in largo, Wartales replica il medesimo approccio ludico con una visuale dall’alto verso il basso che permette di esplorare ogni angolo del mondo. A differenza del primo, però, nell’opera di Shiro Games il party si muove completamente a piedi per raggiungere i villaggi e le città sparse per il mondo di gioco, in cui è possibile rifoccilarsi, prepararsi a dovere e a un lungo viaggio e accettare missioni di ogni genere nell’ordine che si preferisce.

Uno dei pochi mercanti con cui è meglio non avere troppo a che fare.

Al riguardo, io ho scelto la strada più facile ma, al contempo, anche più redditizzia: cercare i criminali, vivi e morti, e assicurarli alla giustizia. A volte non è necessario che siano propriamente vivi, tant’è che mi sono trovato sovente a decidere di trucidarli e, successivamente, di tornare al villaggio per riscattare la taglia. Una volta, invece, ho venduto della merce contraffatta, facendo arrabbiare un mercante e, a causa di stenti e pessime decisioni, ho dovuto attaccare una carovana con la speranza che nessuno si accorgesse di questa infrazione. Il mondo di gioco, al riguardo, è profondamente punitivo e non ammette distrazioni: proprio come un Darkest Dungeon all’ennesima potenza, rafforzato da un game design intelligente e appassionante, Wartales ne propone uno completamente inedito, composto da un sistema di combattimenti infallibile, sospeso fra un modernessimo Baldur’s Gate 3, un Triangle Strategy e sì, addirittura un Octopath Traveler, al netto di qualche discrepanza e differenza minuscola fra i famelici tre che ho appena menzionato.

I combattimenti a turni regalano momenti di grande appagamento personale, soprattutto a un livello di sfida elevato

I combattimenti a turni, fulcro dell’epopea di Wartales, seguono un ritmo preciso e classico. A spingere ulteriormente sull’accelleratore, però, è la progressione al di fuori delle battaglie e la progressione di ogni singolo membro del party, con alcuni membri che possono essere reclutati per le peripezie. Tornando però al sistema di combattimento, all’interno delle mappe è sempre consigliato come posizionare le proprie truppe e, in seguito, procedere al macello ai danni degli avversari. Ho spesso preferito avere degli arcieri e dei guerrieri con ascia e scudo, così da sgominare cosa avessi davanti senza troppe problematiche. Il sistema di combattimento a turni, oltre a essere classico, è affinato in ogni particolare e proposto con intelligenza, con l’obiettivo di offrire un’esperienza inedita in grado di non fare affatto invidia alle tante produzioni analoghe che si trovano sul mercato.

Si può muovere il personaggio ovunque si desideri.

Wartales, però, è così tanto originale da essere una concreta sorpresa per chiunque adori questo genere di viaggi e non possa farne a meno. Una caratteristica che ho adorato, ottimamente implementata nello scheletro ludico della produzione, è la possibilità di approcciare i nemici come si preferisce. C’è la libertà d’azione, che con il perk giusto e qualche abilità migliorata, oltre ad assicurare la vittoria, garantisce un maggiore coinvolgimento nel corso delle classiche dinamiche all’interno della produzione. Sia chiaro, voglio ribadirlo: non si tratta di scontri semplici, di cose che si affrontano all’acqua di rose e che non mietono vittime. Ammetto di aver perso così tanti compagni nel mio viaggio che ne ho perso il conto, tanto che diventa complesso affezionarsi a qualcuno. Al gioco del mercenario, d’altronde, o si vince, o si muore; non esiste una terra di nessuno.

PASSIONE E TANTA VOGLIA DI STUPIRE

Anche se le musiche non mi sono entrate nella pelle come mi sarei aspettato, a farlo inaspettamente è stato tutto il resto: dalle atmosfere alle situazioni, dalle trame da seguire a un numero incalcolabile di perdite e morti che, inizialmente, mi hanno quasi fatto desistere. Conoscendomi, sapendo come può cambiare tutto nell’arco di un secondo e che la vittoria è possibile raggiungerla con un po’ d’impegno, ho comunque vinto e sofferto, visto il sangue scendere copioso e, intanto, pretendere il collo di che avessi davanti.

Quando si crea questa connessione fra giocatore e videogioco, un mondo aperto come questo, definito in ogni particolare, si tramuta in un mito da vivere con intensità e con gli occhi pregni di meraviglia

Quando si crea questa connessione fra giocatore e videogioco, un mondo aperto come questo, definito in ogni particolare, si tramuta in un mito da vivere con intensità e con gli occhi pregni di meraviglia e desiderio, andando ben oltre le proprie aspettative. Wartales, al riguardo, è un’opera che appassiona, impresiosce un’esperienza di ruolo in modo brillante e intelligente, per poi mantenere un tono suadente, capace di far passare al suo interno altre cento, duecento e mille ore. Essere un mercenario non è mai stato così bello.

In Breve: Wartales è un videogioco intelligente e brutale, capace di esaltare attraverso un game design sopraffino e dei contesti e delle missioni secondarie da far capogiro. È impossibile non legarsi a esso grazie alle storie che si vivono in modo inaspettato, e che rende l’opera ben oltre che il classico RPG da cui nessuno potrebbe mai distaccarsi. Da avere assolutamente.

Piattaforma di Prova: Xbox Series X
Com’è, come gira: Ottimamente e tutto liscio come l’olio. Nessun problema rilevato.

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Pro

  • Game design particolareggiato e intenso / Tante storie da vivere / Immenso sotto ogni punto di luce

Contro

  • Potrebbe portarvi via interi pomeriggi
9

Ottimo

Cosa succede se unite letteratura, tanta curiosità e un mix letale di videogiochi indipendenti e di produzioni complesse? Otterrete Nicholas, un giovane virgulto che scrive tanto e vuole scrivere di più. Chiamato "Puji" ben prima di nascere, dovete dargli una penna per tenerlo calmo. O al massimo un pad.

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