Deus Ex: Mankind Divided - DLC Un Passato Criminale - Recensione

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IL DLC Un passato Criminale di Deus Ex: Mankind Divided svolge il suo compito in modo impeccabile, al punto che i difetti possono essere esclusivamente quelli del gioco base (quindi nemmeno moltissimi). Anzi, a ben vedere i limiti originari sono meno importanti: il “Racconto di Jensen” contenuto nell’espansione non ha bisogno, ad esempio, dei raccordi in metropolitana (con poliziotti assai smemorati, o PNG ripetuti allo spasimo) che nell’originale risultavano un po’ frettolosi. Siamo invece di fronte a un condensato di tutte le migliori caratteristiche del gioco di Eidos Montreal, le medesime su cui Warren Spector (creatore della serie, se proprio capitate su questo sito per caso) si è complimentato a suo tempo con lo studio: libertà nelle scelte, anche le più pesanti per lo schema di gioco, e carisma che cola dallo schermo.

Esattamente come il suo predecessore, il quasi altrettanto valido Frattura Interna, il DLC Un Passato Criminale non va a inserirsi dopo lo storymode o nel tessuto delle quest secondarie, bensì nel periodo antecedente ai fatti narrati in Mankind Divided, articolando il racconto sulla miglior conoscenza di personaggi minori o, come in questo caso, su indagini correlate alle successive vicende.

La sfida aumenta dinamicamente se compiamo le scelte più severe, facendo quasi totalmente a meno delle aumentation

Stavolta ci troviamo in un complesso carcerario per criminali augmentati, dove Adam viene infiltrato in incognito – come prima missione con la TF29 – per cercare di chiarire alcuni indizi sui futuri attentati, negli scomodi panni di un prigioniero in regime di massima sicurezza. Il che, nel mondo del nuovo Deus Ex, non significa stare sigillato in una minuscola cella: tutti i reclusi sono sottoposti a un trattamento che ne inibisce le facoltà biomeccaniche e li lascia in balia di continui dolori, se non bastassero le guardie e i potenti droni che li sorvegliano in assetto da guerra a tutte le ore. Ottimi i dialoghi e i dettagli di contestualizzazione della storia, dal momento in cui Jensen entra nel carcere sotto falso nome – subito notato per l’impressionante quantità di innesti – fino al tono preciso e ben caratterizzato delle risposte multiple, sempre rilevanti per i personaggi in primo piano nonché decisive, nelle fasi avanzate, per il loro stesso destino.

La coerenza rispetto a Mankind Divided dipende dal giocatore, passando però dal duttile sistema di gioco: il salvataggio della partita principale non è utilizzato, trattandosi di fatti precedenti agli eventi di Mankind Divided, ma al momento del dunque ci viene chiesto se accedere all’intera gamma di augmentation, comprese quelle acquisite nel mercato nero di Praga, oppure di rinunciarvi coerentemente alla diversa timeline. Manco a farlo apposta, infatti, anche nel mega carcere c’è qualcuno che ha trovato il modo di ripristinare il corretto funzionamento delle protesi meccaniche, con conseguenze simili – ma stavolta senza sconti o scelte posteriori – a quelle compiute nella trama di Mankind Divided per la riattivazione degli innesti (riferitevi alla recensione linkata a inizio pezzo, se vi sfuggisse qualche dettaglio).

Non si tratta di piccole differenze nemmeno nel DLC Un Passato Criminale, ma di un vero e proprio grado di difficoltà che si aggiunge dinamicamente alle opzioni d’inizio partita, ben tornite in fatto di sfida anche a livello Normale. Possiamo, appunto, decidere di servirci o meno delle raffinate soluzioni d’attacco e stealth di Mankind Divided, e soprattutto quanto margine dare al loro utilizzo attraverso le Biocelle, a causa di un’altra “tentazione” della trama che mi sembra giusto non rivelare. Personalmente, ho pure scelto di non uccidere nessuno, in accordo all’etica del mio Jensen nel gioco base, venendo prontamente ricompensato da un nuovo achievement per la coerenza delle anime pie. Visto che mi sono infilato come un topo in tutti i pertugi del carcere, quasi del tutto privo di aiuti cibernetici, mi sembra di essermelo pure meritato.

DLC Un Passato Criminale

Anche l’impatto visivo, pur portandosi dietro i dettagli moderatamente definiti di Mankind Divided, fa ottimo uso del fascino carcerario dell’ambientazione

La durata dell’esperienza dipende molto dalle nostre scelte: di base è un’espansione con un notevole livello di sfida, addirittura superba nella molteplicità di soluzioni del level design, motivo per cui mi ci sono personalmente perso per un intero pomeriggio e una serata (circa 6 ore), rispettando scrupolosamente tutte le condizioni di cui sopra. Posso immaginare una longevità minore se si fa uso di tutti gli innesti, ma la sfida resta comunque forte nella scarsa quantità di energia disponibile, o anche nell’ingente presenza di guardie carcerarie potenziate, poliziotti in esoscheletro, droni corazzati, videocamere che scandagliano l’ambiente (incrociando i coni di rilevamento, praticamente senza scampo) e torrette pronte a farci a pezzi in mezzo secondo netto.

Anche la rappresentazione, pur portandosi dietro i dettagli stilosi ma moderatamente definiti di Mankind Divided, fa ottimo uso del fascino carcerario dello scenario: è stato piacevole, ad esempio, sentire i riverberi dei due ottimi videogiochi dedicati a Riddick, a cui potete idealmente affiancare il più deciso impianto ARPG del gioco di Eidos e Square Enix, con scelte rigorosissime nell’equipaggiamento, nelle skill e un rapporto altrettanto riuscito – pur se più prevedibile, ormai, nell’ottica del genere – con i personaggi non giocanti. Se avete apprezzato l’originale andate lisci come l’olio, ma anche in caso abbiate rilevato delle mancanze, gravi o meno che siano, facile che troviate maggior schiettezza e precisione nel DLC Un Passato Criminale. Anche in virtù della minore dimensione, naturalmente, ma pure questo è un dettaglio che Eidos ha saputo sfruttare a suo vantaggio: il voto è semplicemente il massimo che si può assegnare a un’espansione di questo genere, fatta benissimo ma non drasticamente longeva, tenendo a mente il giudizio al gioco completo.

Non dico che il DLC Un Passato Criminale debba farvi comprare Deus Ex: Mankind Divided, se ancora non vi siete fidati delle ottime qualità del gioco di Eidos Montreal, ma è indubbio che riesca a svolgere eccellentemente il suo mestiere: si tratta di una missione corposa e ben articolata, ottimamente disegnata nelle possibilità d’azione, notevole anche nel mettere a frutto il fascino delle ambientazioni carcerarie, particolarmente adatte al ritmo stealth. Vi aspettano tante scelte, alcune delle quali dinamicamente connesse alla difficoltà dell’esperienza (e così all’uso di biocelle e innesti), insieme a situazioni che coprono l’intero spettro tra l’iniziale disperazione, a fronte a ronde e difese apparentemente invalicabili, e la duttile e appagante soluzione dell’obiettivo. Beneficia pure di ottime animazioni facciali e di un altrettanto valida localizzazione in italiano, quasi avesse sentito l’argomento di questi giorni…

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Pro

  • Ottimo level design.
  • Elevato livello di sfida.
  • Scenario già visto, ma sempre suggestivo.

Contro

  • Durata abbastanza scarsa, almeno prendendo la strada più semplice.
8

Più che buono

Marietto è così dentro alla sci-fi che non riesce a trovare la strada per uscirne. Per lui i videogiochi sono proprio questo, una porta per accedere a un pezzo di fantascienza che si realizza qui e ora, senza aspettare la fine del mondo.

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