Killing Floor 2 – Recensione

PC PS4 Xbox One

L’Unione Europea è in crisi e non per colpa della Brexit o del crescente populismo. A quanto pare, in Killing Floor 2, alcuni esperimenti su nuove armi biologiche sono sfuggiti di mano e hanno causato il propagarsi di molteplici creature assetate di sangue per tutto il Vecchio Continente, portando ovunque morte e distruzione. La caduta della civiltà moderna pare ormai a un passo, e il destino di tutti noi si trova ora nelle mani di uno sparuto gruppo di mercenari, intenzionato a spazzare via orde di creature immonde a suon di proiettili ed esplosivi.

PLATA O PLOMO?

La struttura di Killing Floor 2 non suonerà certo nuova per chi ha già bazzicato i sanguinosi lidi del primo capitolo. I giocatori avranno la possibilità di mettersi nei panni di un mercenario, scegliendolo fra ben dieci categorie, che vanno dal Commando al Berserk, passando per Cecchino, Survivalista, Medico da campo e via discorrendo.

Killing Floor 2 immagine PC PS4 Xbox One 01

Killing Floor 2 mette a disposizione numerosi parametri su cui intervenire, come la scelta della mappa, la difficoltà e la lunghezza dei round

Questo significa che praticamente chiunque potrà trovare una classe in grado di rispecchiare le proprie aspettative in termini di gameplay. Scendendo un po’ più nel dettaglio, sappiate che avrete a disposizione giusto un paio di armi, suddivise fra primaria e secondaria, più un’altra variante dedicata agli scontri corpo a corpo, che solitamente sono l’anticamera di una morte quasi sicura, ma tant’è. Non mancano neppure delle sacrosantissime bombe, comprese granate a frammentazione, molotov, candelotti di dinamite e quant’altro possa ridurre in tanti piccoli frammenti il maggior numero di creature possibile. Certe classi, inoltre, godono anche di qualche plus: per esempio, il Commando dispone di un utilissimo visore a infrarossi, che nelle mappe più buie (e non sono poche) può fornire un vantaggio non indifferente rispetto alla classica torcia elettrica.

Come da copione per ogni buon FPS che si rispetti, non mancano i perk che, ovviamente, bisognerà sudarsi a suon di XP, da accumulare massacrando orride creature per ore e ore. Il level cap è fissato a 25, e ogni cinque livelli potremo sbloccare due nuovi perk, di cui però solo uno sarà selezionabile. Per esempio, il Cecchino potrebbe decidere per un bonus danno pari al 25% ogni volta che spara da fermo oppure preferire un incremento del 25% della velocità di fuoco. Un discorso applicabile praticamente a tutte le classi. In fase preparatoria è anche possibile modificare l’aspetto del proprio avatar, personalizzandolo attraverso gadget e capi di abbigliamento assortiti, alcuni sbloccabili, altri acquistabili tramite microstransazioni (a pagamento, insomma). Per fortuna parliamo solo di alterazioni estetiche, che non danno alcun vantaggio all’atto pratico.

L’UNICO ZED BUONO È UNO ZED MORTO

Operate le doverose scelte relative al nostro alter ego omicida, potremo finalmente dare fuoco alle polveri, lanciandoci in una delle numerosissime istanze di gioco aperte, oppure affidandoci al classico matchmaking. In quest’ultimo caso, Killing Floor 2 ci mette a disposizione numerosi parametri su cui intervenire, come la scelta della mappa, la difficoltà (quattro i livelli disponibili), la lunghezza dei round (da quattro a dieci) e se prendere parte a una partita appena iniziata o a una già in corso. Di base, il sistema funziona adeguatamente fin tanto ci si limita a lasciare quasi ogni aspetto al caso, mentre scendendo nello specifico si rischia di attendere diverso tempo prima di trovare una sessione consona alle nostre esigenze. A tal proposito, non ho apprezzato un granché la mancanza di un sistema di drop in, quindi – di fatto – quasi sempre tocca aspettare che il round in corso arrivi a conclusione prima di poter iniziare a giocare.

Killing Floor 2 immagine PC PS4 Xbox One 11

Killing Floor 2 non è un gioco votato al single player, e ben poco può la modalità offline

Comunque sia, una volta aperte le danze, il gameplay mostra subito un’immediatezza d’altri tempi, molto distante dai tatticismi degli FPS moderni. Killing Floor 2, in sostanza, è uno sparatutto vecchio stile, dove conta avere ottimi riflessi, sangue freddo e una netta propensione al gioco di squadra. Resistere alle micidiali orde di Zed non è infatti un compito semplice e basta abbassare la guardia un paio di volte per finire ridotti in poltiglia. Una volta morti tocca attendere la conclusione del round per tornare in pista, quindi occorre giocare al massimo delle proprie possibilità sempre e comunque, pena ridursi al ruolo di spettatori per la maggior parte del tempo; e questo, all’inizio, specie se giocate da soli, può essere piuttosto frustrante. Occorre dunque capire bene come sono fatte le mappe, sfruttare le zone più aperte in modo da avere quanta più libertà di movimento possibile, e non isolarsi dal gruppo o tentare approcci alla Rambo, specie nelle ondate finali, quando centinaia di Zed sbucano da ogni dove.

Ovviamente, se avete la possibilità di condividere l’esperienza con più amici il divertimento salirà di conseguenza, regalandovi momenti davvero esilaranti. Diciamo che Killing Floor 2 non è proprio un gioco votato al single player e ben poco può la modalità offline, che può servire giusto come allenamento. Con un gameplay così feroce occorre contare ogni singolo proiettile sparato, dosare l’uso delle bombe (limitandolo alle situazione più disperate) e sfruttare a dovere i momenti Zed Time, una sorta di bullet time che si attiva a seguito di alcune azioni. Certo, la teoria è una cosa, la pratica è un’altra, specie quando ti trovi accerchiato da una decina di mostri e, improvvisamente, sei con le spalle al muro. In questi frangenti è quasi praticamente impossibile cavarsela, a meno che qualcuno non venga a salvarci. Non meraviglia quindi constatare che la maggior parte dei giocatori preferisca mappe molto aperte come Parigi o la Fattoria, evitando come la peste location piene di corridoi e scale, dove è fin troppo facile trovarsi nella situazione appena descritta.

Non sono però questi gli unici problemi che ho riscontrato durante le mie sessioni. Tanto per cominciare, non ci vuole molto a rendersi conto che non c’è proprio una grande varietà di nemici, limitati a una decina di esseri. Cambiano, da un’ondata all’altra, giusto il numero e la potenza, con la presenza di Zed via via sempre più resistenti. Peggio ancora per quanto riguarda i boss, appena due, il Dr. Hans Volter e il Patriarca, entrambi fortissimi, quasi inarrestabili, ma sempre e comunque caratterizzati dai medesimi pattern di attacco. Apprezzabile invece la modalità Survival VS, uno spassoso diversivo che permette a un gruppo di dodici giocatori di scontrarsi nel ruolo di mercenari Horzine da una parte e Zed (in versione modificata) dall’altra. Peccato che non ci giochi praticamente nessuno…

BLOODBATH

Killing Floor 2 eccelle per la quantità esorbitante di sangue che è possibile spargere in ogni livello. Se i cadaveri degli Zed vengono difatti ripuliti (almeno in parte) dall’area alla fine di ogni round, tutto il sangue sprizzato dai loro corpi rimane a “decorare” le ambientazioni, trasformando ben presto ogni mappa in un’autentica macelleria messicana.

Killing Floor 2 immagine PC PS4 Xbox One 08

Flex simula i fluidi in maniera realistica, ma mette a dura prova la GPU

Più in generale, ci troviamo di fronte a un titolo piuttosto interessante dal punto di vista tecnico, con un Unreal Engine 3 tirato davvero per il collo, che fa quasi i miracoli per tenere assieme ambientazioni convincenti, ottime animazioni e una notevole quantità di nemici a video. Avendo testato il titolo tanto su PC quanto su PS4 Pro, posso dirvi che le differenze fra le due piattaforme sono davvero risicate: Tripwire non si è certo limitata nel supportare la nuova console Sony, arrivando a implementare persino le texture in qualità ultra e renderizzando il gioco in 1800p, il tutto mantenendo un frame rate elevato e con ben poche sbavature. La versione PC può comunque vantare specifiche esclusive, almeno per i possessori di schede Nvidia, che potranno attivare l’HBAO+ per una gestione della ombre più sofisticata e Flex per la simulazione realistica di fluidi, lembi e budella assortite. Una funzione spettacolare nella sua granguignolesca esecuzione, ma anche molto esigente in termini computazionali, consigliabile quindi solo ai possessori di GPU davvero potenti, pena il crollo nettissimo delle prestazioni.

Non c’è dubbio che Killing Floor 2 sia un prodotto dedicato a un certo tipo di pubblico, a cui poco importa della narrazione e tanto meno di giocare in single player. Se avete la passione per gli FPS duri e puri, e qualche amico con cui condividere ore e ore di spassosissime sparatorie nonsense, di sicuro questo è il gioco che fa per voi. Davvero, non ci sono molti altri titoli sul mercato così ben calibrati e tecnicamente validi. Tuttavia non si può fare a meno di notare come il gameplay sia effettivamente “tutto lì”, con appena due modalità disponibili (una delle quali sistematicamente ignorata dalla community) e situazioni ripetute ad libitum. La speranza è che nelle prossime settimane Tripwire introduca qualche novità di rilievo in tal senso.

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Pro

  • Indubbiamente uno sparatutto solidissimo come pochi.
  • Giocato con amici ti inchioda allo schermo.
  • Tecnicamente curato e con un buon supporto a PS4 Pro.

Contro

  • Modalità offline quasi inutile.
  • Alla lunga tendenzialmente ripetitivo.
  • Si sente la mancanza di qualche modalità aggiuntiva.
8

Più che buono

Sta lì, sornione e silenzioso alla scrivania, come se non esistesse. E invece esiste eccome, il TMB redazionale, grazie al quale ogni newser la mattina si alza sapendo che deve correre più veloce di lui, se vuole mangiare. Attenzione, però, a non lasciarlo da solo con un mojito, perché potrebbe finire tutto a schifio in un amen.

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