Dark Souls III – Ashes of Ariandel – Recensione

PC PS4 Xbox One

Ashes of Ariandel è il primo DLC dedicato a Dark Souls III, l’ultima incarnazione della creatura di Hidetaka Miyazaki. Sei mesi dopo l’arrivo sul mercato di quello che, almeno secondo i piani del suo creatore, è il capitolo finale della serie, From Software ha reso disponibile la prima delle due grandi espansioni promesse agli utenti.

EVERWINTER

Il regno di Ariandel è un reame intrappolato nel ghiaccio: la fiamma che ardeva animando le sue lande un po’ fiabesche (che rimandano inevitabilmente al castello di Cainhurst contenuto in Bloodborne) si è estinta da tempo. Questo ha condannato l’intero reame a un rigido inverno perenne, e una coltre bianca ha seppellito le terre una volta ricche portando a galla il marciume e la corruzione come in un incantesimo maligno.

Dark Souls 3 Ashes of Ariandel immagine PC PS4 Xbox One 01

Ashes of Ariandel a livello di atmosfera è grandioso, ma lo stesso non si può dire della quantità dei contenuti

Scordatevi le modalità d’accesso molto esigenti dei DLC dei precedenti capitoli (anche un po’ preoccupanti per noi giornalisti che affrontiamo il titolo “al buio”): sarete trasportati ad Ariandel da un nuovo personaggio non giocante che, senza tanti complimenti, vi catapulterà in questo mondo magico all’interno di una tela dipinta. Impossibile, quindi, per i giocatori di vecchia data non tracciare un parallelo con un altro mondo dipinto, quello di Ariamis, dove viveva l’affascinante Priscilla, esiliata dall’umanità. Una volta giunti al di là del dipinto ci si rende presto conto di come Ariandel sia ben più corrotto e spettrale di quanto non lascino presagire gli scorci da regno incantato colti nei primi attimi: la neve ha avvolto l’intero paesaggio, le cime degli alberi sono piegate e ritorte, e sembrano streghe con i capelli congelati e scompigliati dal vento e gli arti lunghi protesi alla ricerca di aiuto. Non è quindi una sorpresa quando, passandoci vicino, gli alberi si animano per cercare di afferrare il personaggio.

Queste aberrazioni della natura sono solo uno dei nuovi nemici da affrontare nel DLC: branchi di lupi impazziti ululano segnalando la presenza di un estraneo; enormi cavalieri impellicciati, alti come torri d’avorio, sono capaci di spaccare il ghiaccio a terra con un solo colpo di mazza; enormi mosche col ventre pieno di larve banchettano con i cadaveri di vecchi eroi, e feti di uccellacci mai nati, gonfi di putrefazione, vomitano bile acida. Avanzando nell’esplorazione di questa favola maledetta si precipita sempre più in un incubo fatto di marciume e depravazione, che ricorda in modo piuttosto interessante il villaggio dei pescatori che concludeva le avventure di Bloodborne. Come nel titolo in esclusiva su PS4, anche qui aleggia un’atmosfera da racconto gotico dell’orrore (sono tanti i rimandi a culti e religioni) che si mescola con il dark fantasy di Dark Souls creando una commistione decisamente “gustosa”.

TROPPO FUMO?

In termini di “ciccia”, purtroppo, Ashes of Ariandel consiste in ben poco: se il lavoro a livello di atmosfera è sempre grandioso, lo stesso non si può dire della quantità dei contenuti. Dispiace fare un discorso simile perché, ovviamente, l’intenzione del sottoscritto sarebbe premiare la qualità piuttosto che la quantità, ma questo primo contenuto scaricabile si rivela poco più che un compitino, decisamente troppo breve anche se riesce (quasi) a giustificare il prezzo.

Dark Souls 3 Ashes of Ariandel immagine PC PS4 Xbox One 04

Sono solo due le battaglie contro i boss

L’intera ambientazione può essere esplorata in lungo e in largo nel giro di tre ore abbondanti, tempo più che necessario per collezionare gli oggetti esclusivi (che come al solito svolgono un ottimo lavoro nel raccontare il background narrativo di Ariandel), per affrontare tutti gli orrori messi in campo da From Software e per rifarsi gli occhi con una nuova area, sicuramente canonica ma comunque splendida. A tal proposito, sono solo due le battaglie contro i boss, di cui solo una obbligatoria e l’altra relegata a un’area nascosta e che, tra l’altro, dà accesso a una delle feature più pubblicizzate di questo DLC.

Il trailer di Ashes of Ariandel, in fin dei conti, parlava chiaro, rivolgendosi a tutti gli amanti del PVP: sarebbe stata presente una nuova modalità squisitamente competitiva, che avrebbe in qualche modo creato basi più solide e universali per lo scontro tra giocatori. L’arena è in effetti una vera e propria nuova modalità grazie a cui è possibile accedere, direttamente dal falò del vincolo, a partite in PVP organizzate secondo diverse regole e composizione delle squadre. Un tentativo che, probabilmente, farà felici gli utenti alla ricerca di una canonizzazione degli scontri ma che, a mio parere, toglie un po’ del fascino della filosofia dell’invasione. D’altro canto, non sono mai stato un vero duellante e, anzi, ho sempre preferito giocare senza nessuna interferenza di sorta, rifiutando perfino l’aiuto dei giocatori contro i boss più impegnativi.

GIUSTO IL TEMPO DI UN SALUTO

La boss battle che conclude il DLC è, senza mezzi termini, una delle migliori del titolo, e a livello di intensità non ha niente da invidiare alle migliori vissute in Dark Souls 3.

Dark Souls 3 Ashes of Ariandel immagine PC PS4 Xbox One 03

Ashes of Ariandel è una parentesi esaltante, ma manca di profondità e di tatto quando deve comunicare al giocatore che è arrivato al traguardo

Personalmente l’ho trovata affine allo scontro con i principi di Lothric, sottolineata anche in questo caso da una OST eccezionale e da una struttura che la rende una vera e propria sfida di nervi. Al termine della stessa, però, manca un climax, un explicit che possa servire a scaricare l’adrenalina accumulata durante lo scontro. Proprio come la battaglia che lo chiude, Ashes of Ariandel è una parentesi esaltante, ma manca di profondità e di tatto quando deve comunicare al giocatore che è arrivato al traguardo. Questo mi ha colto un po’ di sorpresa, sia perché From Software non si è mai fatta pregare a livello di contenuti, sia perché è realmente difficile intuire l’appressarsi della conclusione di questo DLC. Ne avrei voluto ancora, avrei voluto scavare più a fondo nella maledizione, affrontare altri boss. Avrei voluto che l’ultimo scontro fosse uno dei picchi dell’avventura, non l’unico presente.

Ashes of Ariandel è un DLC sicuramente di grande qualità, ma pecca per quanto riguarda la quantità di contenuti. Tre ore abbondanti per portarlo a termine, un paio di scontri con i boss (di cui uno solo davvero obbligatorio) e una manciata di nuove armi giustificano (quasi) il prezzo, ma sono un piatto davvero povero. L’ambientazione di Ariandel è splendida, marcia e maledetta fino al midollo, ma tutto termina troppo presto e proprio nel momento in cui le cose si fanno interessanti con uno scontro che, come intensità, non ha niente da invidiare ai più riusciti della serie. Peccato, la strada era quella giusta, ma andava percorsa fino in fondo.

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Pro

  • Ambientazione perfetta.
  • La boss battle finale è semplicemente splendida.

Contro

  • Dura veramente pochissimo.
  • Gli manca comunque una punta di difficoltà elevata.
7.5

Buono

Avete presente quelle persone che sembrano un po’ ciula, ma poi non lo sono affatto? Ecco… non è il caso di Fabio, battezzato in tanti di quei modi da fare il giro (scegliete voi tra De Luigi, Stefano Accorsi o Stanis). Per lo meno ci mette l’anima, nonostante proprio non gli riesca di pronunciare “pala eolica” come a tutti i comuni mortali.

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