MXGP2 - Recensione

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A due anni dal primo episodio acerbo ma interessante, MXGP2 – The Official Motocross Videogame torna a farci sporcare di fango sui circuiti del mondiale motocross FIM, e prende il meglio delle esperienze Milestone degli ultimi tempi, offrendo sprazzi di gameplay che lasciano ben sperare per il futuro dei titoli della software house milanese. Se, infatti, nel caso di Ride e di Sébastien Loeb Rally Evo ero giunto alla recensione abbastanza privo di stimoli per continuare a giocare, questa volta non vedo l’ora di tornare in sella alla mia moto per andare a sfidare Cairoli e gli altri piloti alla ricerca del titolo iridato.

HOLESHOT!

Rispetto al precedente capitolo, MXGP2 si presenta al cancelletto di partenza con una fisica praticamente nuova di zecca, che finalmente permette ai giocatori di avere pieno potere sulla moto, senza essere costretti a guidare sulle uova per paura di morire alla prima buca. Il merito va a una gestione della sconnessione del fondo decisamente migliore, con terra battuta e sabbia che ora si modificano giro dopo giro, formando buche e solchi da sfruttare per migliorare le traiettorie in curva, avere un minimo di trazione in più, restare in sella e rosicchiare tempo sul giro. A questo si aggiunge il comportamento rinnovato delle due ruote, che rispondono sempre in maniera coerente con quello che accade sullo schermo e, ovviamente, alle nostre sollecitazioni tramite pad. Proprio a questo proposito, l’input system, pur basandosi sul già collaudato dual stick control della scorsa edizione, si è arricchito di un’importantissima novità: la frizione. Fondamentale anche se utilizziamo le marce semi-automatiche, possiamo usarla in maniera proficua per mandare leggermente fuori giri la moto e garantirci un boost di trazione in uscita di curva o per stringere la traiettoria ed effettuare un sorpasso. L’uso della frizione unita alla gestione separata dei freni e alla possibilità di intervenire con la levetta destra sullo spostamento del peso del pilota garantisce la massima libertà possibile in sella, nonché un feedback di guida sempre ottimo e fluido, ma soprattutto mai frustrante.

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MXGP2 si presenta al cancelletto di partenza con una fisica praticamente nuova di zecca

Le due situazioni in cui MXGP2 mostra tutto il suo nuovo potenziale sono in partenza e nelle curve a gomito in contropendenza. Al cancelletto di partenza, infatti, per bruciare gli avversari e andare alla ricerca dell’holeshot (il primato alla prima curva) è necessario lasciare la frizione al momento giusto, mentre in piena curva è una vera e propria goduria appoggiarsi a una buca dando un colpo di freno posteriore e spostando il corpo andando in piena derapata, per poi recuperare il mezzo con la frizione. Il pieno controllo di moto e centauro si conserva anche a ruote in aria, dove diventa fondamentale gestire il mezzo per evitare atterraggi sconnessi che possono portare via secondi preziosi o, addirittura, a rovinose cadute. In questa fase è importantissimo imparare il classico scrub, manovra con cui pilota e moto vanno in direzioni opposte e si finisce, sostanzialmente, in una posizione parallela al suolo, prima di puntare verso il basso con l’anteriore e scodare con la ruota posteriore, per atterrare il prima possibile in direzione della curva successiva.

Certo, tutte queste finezze possono essere apprezzate soltanto attivando la fisica pro, mentre utilizzando gli aiuti e deputando, per esempio, al PC la ripartizione della frenata la magia svanisce un po’, mostrando un modello di guida che è davvero convincente soltanto in modalità simulazione. Il livellamento del gioco verso il basso, infatti, è probabilmente l’unico problema che inficia l’esperienza di MXGP2, così come l’unico modo per sentire davvero moto e fondo stradale è quello di giocare con la fisica avanzata. Ugualmente, per combattere ruota a ruota con gli avversari in maniera equilibrata è necessario impostare sin da subito il livello di difficoltà dell’Intelligenza Artificiale al massimo (ovvero “realistico”), perché altrimenti in poche gare si finisce per dare letteralmente le piste agli avversari. Per quanto la scalabilità del modello di guida sia un problema di ottimizzazione non da poco, la simulazione pensata da Milestone è comunque gentile e, soprattutto facendo pratica con le moto da MX2 e studiandosi i video tutorial, è abbastanza semplice riuscire a prendere confidenza con l’intero sistema.

ANCHE L’OUTFIT VUOLE LA SUA PARTE

Assodato che in pista MXGP2 sa il fatto suo, il gioco di Milestone offre anche tantissime cose da fare, con una carriera che prende gli aspetti migliori di quelle viste in Ride e MotoGP e ci porta nel mondo del mondiale FIM a bordo di uno dei team ufficiali del 2015 (al momento è l’unico bikeset disponibile, ma la speranza è che Milestone riesca a mettere a disposizione anche quello nuovo in un secondo momento) o fondando il nostro team privato. Scegliendo la seconda opzione il compito è di comprare una moto, elaborarla, colorarla e scegliere la direzione dello sviluppo, per un tuning assolutamente basilare dal punto di vista tecnico, ma estremamente appagante da quello estetico, grazie alla presenza di una miriade di brand e componenti realmente esistenti. Conquistando reputazione e ottime prestazioni possiamo alimentare il classico circolo vizioso che ci garantisce un gruzzolo da investire in nuove moto e nuovi elementi con cui scendere in pista, nonché punti reputazione grazie ai quali strappare accordi migliori con sponsor e team ufficiali. Insomma, nulla di estremamente complesso o che non si sia già visto, ma che invero funziona a dovere, tanto che il senso di progressione fuori dalla pista è abbastanza palpabile.

Fra le altre modalità interessanti, invece, è bene ricordare la presenza della sempre gradita modalità scenario e delle due novità speciali: una riguarda il Motocross delle Nazioni, manifestazione a squadre di fine stagione strutturata tre categorie (MXGP, MX2 e Open), mentre l’altra, Stadium Series, ci fa vivere eventi indoor su circuiti rapidi, spettacolari e pieni di salti. Come ultimamente ci sta abituando Milestone, dunque, in termini davvero quantitativi MXGP2 è un gioco cicciotto e bello denso, che sfrutta in maniera abbastanza intelligente e varia la licenza ufficiale.

I DON’T WANT NO SCRUB

I lati positivi di MXGP2 non finiscono certo qui, visto che all’ottimo sistema di controllo, al divertimento in pista e alla mole di contenuti davvero invidiabile, si aggiunge una realizzazione tecnica finalmente a livello. Certo, il motore grafico di Milestone è quello che è e, come abbiamo già anticipato con l’anteprima di Valentino Rossi: The Game, si avvia verso il lento pensionamento; tuttavia, è proprio sul viale del tramonto che, a quanto pare, la software house milanese ha trovato la quadratura del cerchio. Modelli di moto e piloti, come da tradizione, sono fatti estremamente bene, con una resa dei materiali sempre eccellente. Finalmente, però, anche il contorno è vivo e realizzato con estrema cura: in alcuni circuiti impressiona la draw distance e, seppure il livello qualitativo di ciò che è a bordo pista sia sensibilmente inferiore a ciò che si trova in primo piano, si ha la sensazione di essere circondati da un contesto credibile. Le uniche remore permangono sulla gestione degli effetti di luce (con bianchi spesso eccessivi) e l’intero motore delle collisioni, che a tratti lascia davvero a desiderare, anche se mi rendo conto che in una gara con oltre 20 moto in spazi strettissimi sia davvero complesso gestire le rocambolesche situazioni che possono accadere, sia dal punto di vista estetico che fisico. Allo stesso modo, non convince ancora il ragdoll dei piloti in caduta, ma parliamo sempre di dettagli che, per fortuna, non inficiano la giocabilità.

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MXGP2 libera finalmente Milestone dal complesso del “vorrei ma non posso”

In MXGP2 non ce la fa, purtroppo, il sonoro, storicamente il punto debole della produzione Milestone: il rombo del motore è ancora piatto e poco emozionante, e anche se c’è da dire che il suono delle motocross non è esattamente meraviglioso di suo, si sarebbe potuto fare sicuramente di più. A voler essere pignoli, inoltre, a limitare un po’ il potenziale di quello che resta probabilmente il prodotto su due ruote più divertente sul mercato è una mancanza di rifinitura su un paio di aspetti di gioco che a volte possono essere un pelo frustranti, come la sensibilità delle zone di reset e le scelte dell’IA che controlla gli avversari. Il primo può essere un grosso problema in alcune gare con curve strette e in momenti di bagarre, e riguarda sostanzialmente il fatto che in alcuni punti della pista basta uscire davvero poco dal tracciato (senza oggettivamente guadagnare nulla) per essere riportati fermi al centro della pista, come se avessimo provato a tagliare; una cosa che invece si può fare impunemente in altre situazioni, dove il sistema pecca in maniera diametralmente opposta. Riguardo l’IA, è evidente come a volte le reminiscenze sadomasochiste della scorsa edizione colgano i piloti avversari in raptus del tutto privi di senso, come quando forzano uno scrub all’ultimo salto per poi sfracellarsi al suolo, o quando decidono che evitarti non è un’opzione e ti colpiscono senza un vero perché. Non succede spessissimo, e quando accade ci sono sempre i rewind, però in un gioco così divertente alcune cadute di stile possono davvero dare fastidio. In ogni caso, MXGP2 libera finalmente Milestone dal complesso del “vorrei ma non posso” e porta sui nostri monitor uno dei racing game a due ruote più entusiasmanti degli ultimi anni.

Al netto di tutte le più o meno piccole imperfezioni ed errori di ottimizzazione del gameplay, MXGP2 offre una delle migliori esperienze di guida su due ruote. Giocato con la visuale interna (splendidamente realizzata e assolutamente a prova di volta stomaco) e con la fisica pro, il titolo di Milestone è divertente, adrenalinico e genuinamente entusiasmante. Se a questo ci aggiungiamo una miriade di contenuti e un impianto tecnico che, pur con diversi limiti, fa il suo lavoro in maniera più che discreta, ciò che otteniamo è uno dei giochi italiani più riusciti degli ultimi tempi. Bene così.

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Pro

  • Modello di guida spettacolare e divertente.
  • Ottima fisica.
  • Visuale in prima persona perfetta.
  • Tanti contenuti.

Contro

  • Comparto sonoro mediocre.
  • Collisioni non allo stato dell’arte.
  • Disabilitando la fisica pro il gameplay si appiattisce.
8

Più che buono

Se serve un tuttofare il buon Mancini è l’uomo da chiamare. La nostra principessa fotografa, usa la videocamera come se fosse un’estensione naturale del corpo e monta video manco fosse in una catena di montaggio. Ah… e scrive anche. Insomma… il classico “bravo guaglione”.

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