Gears of War Ultimate Edition - Recensione

PC Xbox One

La saga di Gears of War, insieme a quella di Halo, ha rappresentato per parecchio tempo una delle più importanti killer application per Xbox 360. Nel mare magnum di rimasterizzazioni che stanno caratterizzando questa prima fase di vita delle nuove console, quella delle avventure di Marcus Fenix e soci è probabilmente una di quelle che ha maggior ragione di esistere.

FENIX TIRATO A LUCIDO

Quest’edizione rimasterizzata, di fatto, prende il primo Gears of War (quello dello spot con Mad World di Gary Jules, ve lo ricordate?) e lo rimette a nuovo dal punto di vista estetico, rendendolo decisamente più attuale e al passo coi tempi. Il motore grafico è rimasto lo stesso dell’originale, l’Unreal Engine 3, ma ovviamente aggiornato all’ultima versione, che permette di sfruttare meglio le capacità hardware della nuova console di Microsoft (per la cronaca, ricordiamo invece che Gears of War 4 sarà il primo capitolo della saga a essere mosso dal nuovo UE4). Più che texture di ambienti e personaggi, i miglioramenti si fanno notare soprattutto nel nuovo sistema di illuminazione dinamica e negli effetti particellari a schermo, con particolare risalto per le superfici metalliche che, come potete facilmente immaginare, rappresentano uno degli elementi che ricorrono maggiormente negli ambienti del gioco. Il risultato complessivo è di tutto rispetto (anche se un occhio esperto potrebbe accorgersi che non si tratta di un titolo uscito ieri l’altro), complice anche la risoluzione a 1080p e un framerate che veleggia quasi sempre – e sottolineiamo il quasi – sui sessanta frame al secondo. Immutato anche il doppiaggio, e questo è un bene, visto che l’originale era già ottimo di suo (almeno per le voci dei personaggi principali).
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MARCUS VA ALLA GUERRA

Dal punto di vista del gameplay puro, questa Ultimate Edition di Gears of War non cambia niente, nel bene e nel male. Marcus Fenix rimane il cazzutissimo soldato a cui non si può non volere bene, almeno un po’, anche a distanza di tanti anni dal suo esordio sui nostri schermi.

Dal punto di vista del gameplay puro, questa Ultimate Edition di Gears of War non cambia niente

Alcuni elementi rimangono funzionali ancora oggi, come la Ricarica Attiva che non lascia spazio a distrazioni durante il reload delle armi, mentre altre non hanno retto in egual misura il passaggio del tempo, come il sistema di controllo e di gestione delle coperture, o la necessità di cambiare arma per lanciare le granate, tutte dinamiche a cui occorre riprendere la mano. Lo stesso discorso vale anche per l’AI dei nemici, identica in tutto e per tutto all’originale, e che mostra evidenti tutti i suoi limiti: i nemici non fanno altro che starsene immobili dietro i ripari, o in alternativa si lanciano verso di noi incuranti del pericolo, senza tattiche o strategie di sorta. Prendere le misure diventa alquanto semplice, anche ai livelli di difficoltà superiori. Idem con patate per i compagni gestiti dalla CPU che affiancano Marcus: a volte se ne stanno immobili a farsi crivellare di colpi, altre prendono strade e direzioni che non c’azzeccano nulla con quello che sta facendo il giocatore, specialmente negli spazi più angusti.

FENIX IN COMPAGNIA

Il multiplayer non rappresenta il punto vitale su cui si regge l’intera produzione, ma è comunque sempre divertente, e inchiodato graniticamente ai 60 fps; più intrigante la possibilità di affrontare l’intera campagna in cooperativa, sia su internet che in locale, grazie all’aggiunta dello split screen. Da questo punto di vista val la pena sottolineare la presenza, in questa Ultimate Edition, di alcune mappe presenti inizialmente solo nella versione PC, inserite all’inizio dell’ultimo atto del gioco, prima dello scontro finale con la madre di tutte le locuste.

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Pro

  • I massacri di locuste sono sempre un toccasana per l’anima.
  • Dal punto di vista grafico la rimasterizzazione svolge un ottimo lavoro.
  • Presenti i livelli esclusivi della versione PC.
  • Nessuna modifica all’ottimo doppiaggio originale.

Contro

  • Nessuna novità per AI e sistema di controllo, che a distanza di tanti anni mostrano tutti i loro limiti.
  • Il multiplayer diverte, ma se ne può anche fare a meno.
  • Framerate ballerino, soprattutto nella campagna single player.
8

Più che buono

Detto, fatto, un po' matto. Il Kikko redazionale passa per vecchio e stanco, ma è quello che porterà un fiore, un mouse e una tastiera sulle tombe di tutti gli altri loschi figuri che gravitano per le nebbiose vie di TGM.

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