Sony Inzone H5 – Recensione

Stavate cercando un buon paio di cuffie gaming, magari da abbinare esteticamente a una PlayStation 5? Beh, sia che siate utenti PC o console, Sony ha una proposta interessante…

Cuffie. Ne ho provate talmente tante negli ultimi anni, che ormai è praticamente impossibile impressionarmi. Wireless, cablate, aperte, chiuse, stereofoniche, surround, perfino con audio posizionale giroscopico. E quando arriva un paio di cuffie nuovo, le provo sempre con quel misto agrodolce di abitudine e curiosità; solo quando una peculiarità colpisce la mia attenzione, gli occhi tornano a brillare. Stavolta è successo appena le ho indossate, perché a prima vista le Inzone H5 sembrano dei plasticoni in linea con l’estetica – lasciatemelo ribadire, abbastanza questionabile – della PlayStation 5. Ma una volta estratte dalla scatola, così leggera da sembrare vuota, basta afferrarle per rendersi conto di avere in mano un prodotto molto valido.

Pesano solo 260 grammi, hanno un arco piuttosto flessibile e sono quasi interamente ricoperte da cuscinetti in gomma piuma e tessuto. I due padiglioni si afferrano molto bene e, con una rapidissima manovra, possiamo metterli in posizione di ascolto: l’aderenza con le orecchie è perfetta; la possibilità che le Inzone H5 scivolino via è nulla, ma sul capo non si sente alcuna pressione fastidiosa. Se l’ergonomia fosse l’unica voce in capitolo in questa recensione, potremmo chiuderla qui con un bel dieci. Anche il design, non appena fatto l’occhio, appare moderno, gradevole e a suo modo elegante.

 ANATOMIA DELLE INZONE H5

 Le nuove cuffie di Sony possono funzionare in due modalità, wireless e cablate. Nel primo caso, dobbiamo affidarci a un ricetrasmettitore proprietario USB, grazie al quale è possibile spostarsi entro una decina di metri dalla sorgente senza perdere il segnale. Altrimenti, l’altra opzione consiste nel classico cavo stereofonico a jack, con cui è possibile allacciare qualsiasi sorgente musicale dagli anni ‘80 in poi. Purtroppo manca la modalità Bluetooth e il cavo USB serve soltanto per la ricarica – una scelta abbastanza curiosa, questa – per cui sfruttare le Inzone H5 con i telefoni privi di jack potrebbe diventare un po’ problematico.

C’è chi ha risolto con un adattatore da USB di tipo C a USB di tipo A, collegando al telefono il dongle in dotazione, ma non ci sembra una soluzione molto pratica e a favore della portabilità. Altra nota di demerito, già che siamo in tema, è l’impossibilità di staccare il microfono: possiamo soltanto rivolgerlo verso l’alto, obbligandolo al silenzio, ma dobbiamo comunque portarcelo dietro. Una scelta che potrebbe ridurre il desiderio di usare queste cuffie per ascoltare musica in pubblico. In compenso, osservando i comandi sui padiglioni, non c’è assolutamente niente fuori posto. La porta USB C e l’ingresso jack sono immediatamente sotto il microfono, nel padiglione sinistro; la rotella del volume si trova a breve distanza ed è incredibilmente facile raggiungerla col pollice; simmetricamente, sul padiglione destro, troviamo il pulsante d’accensione e un comando che permette di cambiare il bilanciamento tra l’audio del gioco e quello della chat, due canali di comunicazione indipendenti tra loro che vengono visti, da Windows, come due diversi dispositivi di output a cui indirizzare l’audio delle applicazioni. Anche se a prima vista sembra indifferente usare l’uno o l’altro, le impostazioni avanzate come l’equalizzazione e l’enfasi dei bassi hanno effetto solo sul canale Game.

IL SOFTWARE

 

Sebbene sia possibile usare le cuffie un secondo dopo che siano state riconosciute dal sistema operativo, Sony ci permette di sfruttare le loro caratteristiche più avanzate per mezzo di un programma proprietario chiamato Inzone Hub, liberamente scaricabile dal sito web dell’azienda. Ci permette di cambiare l’equalizzazione del suono, l’incidenza del microfono, il bilanciamento tra i canali game e chat e, soprattutto, di attivare la modalità Audio Spaziale 360, con cui è possibile emulare efficacemente un sistema di casse surround a 7.1 canali. La separazione percepita dalle orecchie è buona, con una resa altrettanto efficiente dell’audio posizionale.

I livelli dell’equalizzatore possono essere salvati sotto forma di profili e associati direttamente alle applicazioni. Per esempio, se ci piace ascoltare un media player con le frequenze medie a tavoletta ma, per quel gioco lì, vogliamo i bassi a palla, basta salvare i profili e associare ciascuno di essi alle due applicazioni: passando dall’una all’altra, ci penserà Inzone Hub direttamente a cambiare equalizzazione. Purtroppo, la scelta delle app avviene per mezzo di un file requester di sistema, con cui dovremo individuare l’eseguibile che ci interessa: una procedura che molti utenti faticheranno un po’ a comprendere, ma che può essere facilmente migliorata. Il software permette anche di visualizzare la versione del firmware montata sulle cuffie e sul ricetrasmettitore ma, curiosamente, non ha alcun pulsante per il loro aggiornamento. Ci aspettiamo quindi che eventuali miglioramenti vengano distribuiti direttamente con le nuove versioni del programma.

AUDIO SPAZIALE… MOLTO PERSONALE

 Le cuffie Inzone H5 supportano una tecnologia di equalizzazione biometrica dell’audio surround chiamata 360 Spatial Sound molto simile, per principio di funzionamento, a quanto ha fatto Creative con il suo Super X-Fi. Per avvalercene, dobbiamo scattare una foto a ciascun orecchio tramite un’app per smartphone e creare un account sui server di Sony. Chi ne ha già uno per altri motivi, per esempio perché ha una PlayStation in casa, può associarlo anche al profilo Spatial Sound senza doverne creare per forza un altro. Le foto delle orecchie servono a determinare un livello di equalizzazione ‘ideale’ su misura, con il quale ottenere il massimo in modalità surround.

A meno che non siate terribilmente gelosi della conformazione del vostro apparato uditivo, vi consigliamo caldamente di aderire e di usare questa possibilità, perché è davvero intrigante. La procedura di scansione delle orecchie è rapida e piuttosto semplice, basta inquadrare il volto e ruotarlo come e quando ci viene chiesto; una voce ci guiderà per tutto il processo con semplici istruzioni in Italiano. Purtroppo l’Inzone Hub non prevede la possibilità di usare la webcam integrata nel PC per fare la stessa cosa e questo ci costringe ad avere anche uno smartphone per usarla, ma chissà: magari con un emulatore Android è comunque possibile superare l’ostacolo.

COME SUONANO LE H5

 Di fabbrica, le Inzone H5 producono un suono estremamente equilibrato, senza eccessiva profondità per i bassi e senza spigolature per le frequenze alte, ma anche molto preciso: mi è capitato, ascoltando alcune canzoni con queste cuffie, di notare particolari negli arrangiamenti che in precedenza mi erano sfuggiti, dettagli non particolarmente enfatizzati che, con altri sistemi di riproduzione, probabilmente venivano celati dalla voce o da altri strumenti. Devo dire che non me lo aspettavo, considerando che le H5 – pur costando circa 150 euro – non sono certo il top della gamma e rappresentano la soluzione mainstream “da gamer”, in teoria nulla di più lontano dalle aspirazioni degli audiofili. L’equalizzatore software, in ogni caso, funziona e permette di aggiustare il suono in base ai propri gusti o alle proprie necessità e la differenza, neanche fosse il caso di aggiungerlo, si sente.

Alzando i bassi (perdonatemi questo vecchio gioco di parole), rumori ed esplosioni acquisiscono profondità e, a mano a mano che si sale con le frequenze, i colpi secchi diventano sempre più cristallini, le chitarre e le voci fanno furore… insomma, possiamo goderci l’intera gamma del suono in tutte le sue sfaccettature, senza evidenti distorsioni a volumi piuttosto sostenuti. L’autonomia garantita dalla batteria interna è notevole: circa 27 ore testate sul campo, dopodiché servono tre ore e mezza di collegamento a una sorgente USB per effettuare una ricarica completa. Volendo, bastano dieci minuti di ricarica per avere un’autonomia di tre ore.

SEMBRA PER PS5, MA…

Sebbene l’estetica e qualche sporadica menzione sulla scatola possano apparire fuorvianti, è bene precisare che il prodotto è pensato principalmente per essere abbinato a un PC con Windows 10 o successivo. Le indicazioni di Sony tendono addirittura alla paranoia, quando specificano che le configurazioni dual boot e quelle di “sistemi assemblati dall’utente” non sono supportate, ma è solo per chiarire il target di riferimento (nella fattispecie: il PC su cui ho provato le Inzone H5 è stato orgogliosamente assemblato da me stesso medesimo, e naturalmente le cuffie funzionano benissimo).

Forse si riferivano all’uso con altri sistemi operativi, ma ho potuto verificare personalmente che non ci sono problemi di compatibilità con Linux: le H5 funzionano correttamente in modalità wireless con una vecchia macchina Ubuntu Linux 20, quindi una configurazione di diversi anni fa, anche se prive delle funzioni avanzate permesse dal software. Anche con la PlayStation 5 ci dobbiamo in qualche modo accontentare: funzionano il volume e il bilanciamento tra chat e gioco, ma niente audio spaziale e niente sidetone per il microfono. Insomma, con le console e tutto ciò che esula dal mondo Windows, siamo limitati alle funzioni di base. In compenso, su PC possiamo goderci audio spaziale, equalizzazione, personalizzazione del microfono ed eliminazione intelligente dell’eco, oltre che dei rumori di fondo “tramite AI” (qualunque cosa voglia effettivamente dire, ma l’importante è che funzioni – e sì, funziona).

CONCLUSIONI

A questo punto non resta che promuovere le Inzone H5 di Sony come meritano, con un voto numerico che possa sintetizzare pregi e difetti. Riassumendo, posso dire che il prodotto vince per leggerezza, comodità, autonomia e qualità complessiva dell’esperienza d’uso, in particolare per l’audio spaziale e per la cancellazione del rumore; perde colpi, però, se mettiamo sull’altro piatto della bilancia il supporto solo basilare alla PlayStation 5, l’impossibilità di staccare fisicamente il microfono, l’assenza – davvero inspiegabile, quasi tutte le altre cuffie wireless ce l’hanno – del Bluetooth e, perché no, la possibilità di usare il cavo USB anche per i dati, oltre che per la ricarica, fattore che ci obbliga a occupare due porte del PC contemporaneamente durante l’operazione. 149 euro sono un prezzo interessante e ancora in linea con le caratteristiche del prodotto, ma i campi in cui eccellono veramente sono il peso e la qualità del suono.

Voto: 8.2

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