PlayStation Portal – Recensione

Annunciata a marzo col nome di Project Q, quasi in sordina a margine di uno Showcase tra altri nuovi accessori, PlayStation Portal ha fatto da subito parlare di sé. C’era gran voglia di rivedere una console portatile di Sony, dopo l’esperienza non esattamente di successo di Vita, rimasta tuttavia nel cuore degli appassionati.

PlayStation Portal, invece, non è un console portatile a tutto tondo, bensì un “semplice” remote player, una colpa che qualcuno non le ha perdonato fin a subito. Nel weekend abbiamo avuto modo di provare Portal grazie a una unità pre-lancio, omaggio di PlayStation, passando diverse ore in compagnia del dispositivo portatile di Sony. Insomma, il tempo delle supposizioni è terminato: com’è questo PlayStation Portal?




L’occhio vuole la sua parte e la vuole subito, quindi iniziamo le nostre considerazioni su PlayStation Portal partendo dall’aspetto estetico. Il dispositivo è incastonato in un packaging che ne fa percepire da subito il valore, con uno scrigno di cartone rigido dotato di cassetto estraibile comodo anche per riporre in sicurezza Portal fino all’inevitabile arrivo di custodie ufficiali e simili. Al primo impatto, estraendo Portal dal cassetto dello scrigno, è inevitabile rimanere colpiti dalle dimensioni (è più grosso di una Switch, per intenderci), ma anche dal peso contenuto e dall’ergonomia, garantita dalle due impugnature del DualSense che incastonano gli otto pollici di schermo LCD.

PLAYSTATION PORTAL E IL LOOK DEL FUTURO

La sensazione iniziale, confermata dalle successive ore di test, è che non si rischiano crampi e formicolii in caso di sessioni di gioco prolungate, come invece avviene – come nel mio caso – con la console Nintendo. Certo va tenuto conto del fatto che Portal si limita a fare mirroring, ovvero a replicare un segnale video elaborato altrove dalla vostra PS5 casalinga; quindi, ha meno esigenze in termini di componentistica interna, e questa leggerezza si traduce anche in una sensazione di maggiore delicatezza.

Il peso è inferiore a quello che ci saremmo aspettati. Le dimensioni sono quelle di una doppietta a canne mozze (no, non chiedete…).

Lascio volutamente per ultima la riflessione estetica su PlayStation Portal perché inevitabilmente legata a valutazioni soggettive ma, secondo il mio gusto, si tratta di un gran bel dispositivo. Il look riprende linee e forme di PS5, ma anche le dimensioni esagerate: tanto è grossa e imponente PlayStation 5, quanto Portal risulta grande rispetto a qualunque altra console portatile usata come metro di paragone. Allo stesso tempo, però, Portal è caratterizzata da quel look futuribile e futurista che caratterizza da sempre i prodotti da gaming di Sony.

AL PRIMO IMPATTO, ESTRAENDO PORTAL DAL CASSETTO DELLO SCRIGNO, È INEVITABILE
RIMANERE COLPITI DALLE DIMENSIONI

Osservandola sul tavolo di casa pare sia stata catapultata nel nostro tempo da un futuro prossimo, uscita direttamente dall’immaginazione di un consulente al design di una saga fantascientifica, un oggetto che potrebbe facilmente essere il personal assistant tecnologico di un blade runner (dall’estetica decisamente più patinata e rileccata rispetto a quella dello scapestrato Harrison Ford, ovvio). Se schiacciando un tasto quello schermo scomparisse, assorbito grazie a qualche tecnologia oggi impensabile all’interno delle due estremità dal DualSense che si richiudono su sé stesse, non ne sarei particolarmente stupito (no, non lo fa davvero, è un’iperbole di chi scrive, NdR per chi ha difficoltà di comprensione).

PLAYSTATION PORTA(B)L(E)

Al di là dell’aspetto estetico (la PS5 ce l’ha in casa mezzo mondo, anche sul comò rococò della nonna, suvvia!), come si è comportata Portal in questi giorni di test? Semplificando, si potrebbe dire che fa quello che promette: ovvero mirroring della vostra PS5 e dei suoi contenuti. La configurazione iniziale associa il dispositivo al vostro ID PSN, e dunque alla PS5 ad esso collegate, attraverso l’app mobile, dopo di che, qualora abbiate già impostato a dovere le impostazioni del caso, è possibile collegarsi e usarla senza nemmeno passare dalla console casalinga. Nello specifico, è necessario che PS5 sia configurata con l’ultimo aggiornamento di sistema e che siano abilitate sia la condivisione remota che la possibilità di collegarsi a internet e accendersi durante la Modalità Riposo.

Una comparativa in termini di dimensioni tra Portal, Switch, DualSense, 3DS e NDSi.

All’accensione, PlayStation Portal visualizza al centro dello schermo una sorta di… portale dimensionale. E attraverso la pressione di un tasto possiamo chiederle di collegarsi alla nostra PS5: dopo alcuni secondi di attesa (non pochissimi, ma nemmeno eccessivi) ci viene data la possibilità di collegarci. In quel momento PS5 viene risvegliata dalla modalità riposo e oltre a trasmettere le immagini alla TV a cui è collegata, le invia anche a Portal. Quel che vediamo sullo schermo portatile, insomma, non è altro che ciò che vedremmo sulla TV accendendo PS5, potremo utilizzarne le medesime funzioni e giocare agli stessi giochi che già possediamo. La sola aggiunta è un menù di impostazioni di Portal, accessibile attraverso una gesture touch sull’angolo in alto a destra dello schermo, attraverso cui impostare le connessioni e poco altro.

LA CONFIGURAZIONE INIZIALE ASSOCIA IL DISPOSITIVO AL VOSTRO ID PSN, E DUNQUE ALLA PS5 A ESSO COLLEGATE, ATTRAVERSO L’APP MOBILE

Il principale limite di Portal è lo schermo, LCD e fullHD, il che significa che non è possibile godere fino in fondo in portabilità dei colori e delle risoluzioni dei giochi PS5. Questo compromesso (che sono pronto a scommettere verrà colmato attraverso uno schermo OLED in futuri aggiornamenti, in caso di successo commerciale) è comunque compensato dalla dimensione da tablet dello schermo e dalla sua qualità. Non ho le competenze tecniche di DF, ma Portal “si vede bene” (cit.): giocando a Marvel’s Spider-Man 2 o a Returnal, titoli nativi per PS5, si percepisce una resa lievemente meno spettacolare di quanto visualizzato su 55” di OLED in salotto, ma senza dubbio compensata dallo stupore di osservare una simile qualità grafica riprodotta da un dispositivo portatile. Certo, esistono da tempo accessori che trasformano il proprio cellulare in un riproduttore remoto, ma nel caso di Portal lo schermo con la sua dimensione e l’integrazione di tutte le funzioni del DualSense, incluso il feedback aptico, fanno una grossa e sensibile differenza.

Il portale attraverso cui accediamo alla nostra PS5.

Se siete arrivati a leggere fino a questo punto, probabilmente è perché vi state ponendo una domanda importante: ma Portal funziona solo sulla rete domestica di PS5? Detto in altri termini, posso usare PlayStation Portal solo intorno alla mia PS5, o anche fuori casa? Prima di avventurarmi all’esterno, viste le temperature, ho fatto un test casalingo collegando Portal al hotspot del mio cellulare e il collegamento con PS5 è avvenuto ugualmente, magari con un’attesa un filo più lunga rispetto alla rete domestica, ma parimenti stabile. Come ovvio a questo punto, possiamo dire che Portal funziona anche fuori casa, purché sia connessa a una rete (wi-fi o hotspot cellulare non cambia).

IN CONCLUSIONE

In questo caso, tuttavia, bisogna tenere in considerazione qualche contrindicazione. In ordine sparso: la durata della batteria è misurabile in due/tre ore; comprensibile considerato il lavoro in streaming e la dimensione dello schermo (incluso nella confezione c’è solo un cavetto USB), mentre un banale imprevisto a casa come una breve interruzione di corrente può compromettere la Modalità Riposo di PS5 e dunque la possibilità di connettersi.

PER ME HA QUEL FASCINO FORTISSIMO DI OGGETTO DAL FUTURO, CHE COMPENSA IL FATTO DI NON FARE POI NULLA DI FUTURISTICO O INEDITO

Tirando le somme, PlayStation Portal non è certo indispensabile, ma questo lo sapevamo già. I dubbi riguardavano semmai la sua fattura, e dal mio punto di vista c’è poco da lamentarsi: schermo bello grosso, ergonomia ottima e funziona fuori casa. Per qualcuno è inguardabile, per me ha quel fascino fortissimo di oggetto dal futuro, che compensa il fatto di non fare poi nulla di futuristico o inedito. Ma lo fa in grande stile, va detto.

Voto: 8

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