AEW: Fight Forever – Recensione

PC PS4 PS5 Switch Xbox One Xbox Series X

Dopo più di vent’anni anni, la WWE ha una rivale a contenderle il semi-monopolio sul wrestling USA: dal prime time televisivo, la sfida arriva ora su PC e console con AEW: Fight Forever

Sviluppatore / Publisher: YUKE’S / THQ Nordic Prezzo: € 59,99 Localizzazione: Assente Multiplayer: Competitivo online PEGI: +16 Disponibile su: PC (Steam, Epic Games Store, Microsoft Store, GoG), PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, Switch

Che paradosso che sono i giochi di wrestling: titoli che cercano di simulare una disciplina predeterminata e nel farlo la superano di slancio, trasformando quelli che di fatto sono spettacoli atletici coreografati in competizioni agonistiche.




La strada tracciata in questi anni da 2K e WWE, ultimi esponenti del genere, vira sempre più verso la simulazione, tanto sul ring quanto fuori, ma in città è arrivato un nuovo sfidante che ha idee molto diverse in mente.

AEW: FIGHT FOREVER PUNTA AL TITOLO

AEW sta per All Elite Wrestling, federazione statunitense nata dall’incontro tra un gruppo di atleti con un ottimo seguito nelle indie e Tony Khan, imprenditore sportivo statunitense già per altro proprietario di una squadra in Premier League. Eccolo qui un altro paradosso: la AEW nasce come risposta alla WWE con l’intento di riportare il wrestling a una dimensione maggiormente sportiva, nonché più lontana dallo spettacolo del paradigma imposto da Vince McMahon. Tra i videogiochi quello slot, quello della simulazione appunto, è già territorio di conquista di 2K da tempo.

Come potete notare, il sangue non manca.

Che fare allora? La risposta è semplice e in qualche modo inevitabile: ritornare all’arcade. E così succede l’impensabile: AEW e WWE si scambiano i ruoli e la prima si ritaglia spazio sul mercato con un gioco immediato, caciarone, più vicino al tanto rimpianto No Mercy per N64 che a un titolo sportivo. La scelta compiuta da i ragazzi di Yuke’s, veterani del settore dei giochi di wrestling, in collaborazione con la AEW è saggia: il settore è già saturato dall’annuale WWE 2K, meglio cercare altre strade.

CHE FARE, ALLORA? LA RISPOSTA È SEMPLICE E IN QUALCHE MODO INEVITABILE: RITORNARE ALL’ARCADE

Anche se facilitata dalla presenza di fatto di un solo contendente sulla scena, la rincorsa al titolo non sarà immediata: Fight Forever è il primo capitolo di un franchise che – immagino – tornerà a farci visita a cadenza più o meno annuale, quindi di fatto questo è un punto di partenza. E come ogni wrestler che inizia a calcare ring importanti, anche AEW: Fight Forever deve prendere le misure a palcoscenici a cui non è abituato.

THE BEST IN THE WORLD

Contrariamente a quanto immaginabile, il comparto tecnico di AEW: Fight Forever non è tra i principali limiti del gioco. Certo il confronto col rivale di 2K è impietoso, ma i modelli poligonali fanno il loro sporco lavoro, così come le arene, il pubblico e gli altri elementi di contorno. Di strada da fare ce n’è ancora molta, per ora i lottatori si dividono in un paio di misure standard e alcune mosse tendono ad assomigliarsi un po’ troppo, in compenso sotto il ring si nascondono più armi di quante siate in grado di immaginare. Pensereste mai di stendere un avversario con un neon facendolo precipitare su un letto di puntine? Potete farlo.

YUKE’S E AEW HANNO GIÀ ANNUNCIATO UPGRADE GRATUITI, COME LO STADIUM STAMPEDE, GIGANTESCA RISSA REALE CHE SI ESTENDE A UN INTERO STADIO

In compenso non potrete cambiare direzione durante l’animazione della corsa: non si può avere tutto dalla vita. Altro limite di AEW: Fight Forever riguarda la tipologia di match disponibili, in cui spiccano alcuni grandi assenti come gli incontri all’interno delle gabbie, e più in generale le modalità di gioco: gli ultimi titoli di wrestling ci hanno abituato a modalità manageriali e simulative per cui il titolo Yuke’s non è ancora pronto. Quando si scende sul quadrato, però, AEW: Fight Forever sa difendersi bene. Il roster di lottatori è ben nutrito e anche se molti di loro in Italia risultano essere ancora illustri sconosciuti (a eccezione di CM Punk e Chris Jericho), i talenti abbondano e questa potrebbe essere un’ottima occasione per scoprire fenomeni come Kenny Omega o Sammy Guevara mai apparsi in WWE. E già che ci siete potreste anche farvi un giro in un Exploding Barbed Wire Dead Match per avere esperienza di un livello di violenza e di sanguinamento a cui decisamente non siete abituati se non seguite il wrestling meno mainstream.

Avreste mai pensato di usare un estintore su un ring di wrestling?

Il moveset è ridotto rispetto agli standard a cui sono abituati i giocatori di wrestling digitale di lungo corso, anche se le manovre spettacolari non mancano. La dinamica degli scontri è abbastanza semplice: ad ogni mossa andata a buon fine si carica una barra che consente, una volta piena, di eseguire prima una mossa speciale e poi una finisher, in entrambi i casi solo premendo un tasto, senza preoccuparsi della posizione dei lottatori. La semplificazione rende i match molto immediati: una volta imparato a padroneggiare schivate e contromosse la strada verso il titolo è in discesa. L’altro lato della medaglia è la ripetitività che alla lunga inevitabilmente si farà viva. Per tamponare abbiamo provato ad aspettare qualche giorno in più per la recensione e farci un giro nel comparto online, sfortunatamente con risultati non eccellenti, per usare un eufemismo. Tra la possibilità di usare i lottatori creati dagli utenti anche nelle partite classificate, che si rivelano dunque massacri contro mostri dalle statistiche stratosferiche, e un sistema nel complesso poco solido che amplifica la legnosità dei comandi, l’esperienza non è stata delle migliori.

Per tamponare abbiamo provato ad aspettare qualche giorno in più per la recensione e farci un giro nel comparto online, sfortunatamente con risultati non eccellenti, per usare un eufemismo

Yuke’s e AEW hanno già annunciato upgrade gratuiti, come lo Stadium Stampede, gigantesca rissa reale che si estende a un intero stadio: il tratto d’unione tra wrestling e Fortnite. In questo momento, AEW: Fight Forever non può che essere considerato un discreto punto di partenza: resta da vedere se la serie saprà mantenere le promesse, ma prospettive ed entusiasmo sono presenti.

In Breve: AEW: Fight Forever è un buon punto di partenza, ma non è ancora in grado di sfidare apertamente la WWE di 2K. Il suo punto di forza è l’immediatezza: sistema di controllo e meccaniche semplificate consentono di divertirsi sul ring fin da subito grazie a un approccio dichiaratamente arcade. L’abbondanza di oggetti con cui far male agli avversari non è accompagnata da altrettanta varietà nelle modalità di gioco. Ovviamente nei prossimi capitoli arriveranno aggiunte a colmare le lacune attuali, ma per ora per AEW: Fight Forever è “solo” un buon gioco consigliato ai fan della federazione e a chi ha ormai consumato WWE 2K23.

Piattaforma di Prova: PS5
Com’è, Come Gira: Ho provato AEW: Fight Forever sia su PS5 sia su Xbox Series X: le prestazioni tra le due console sono indistinguibili. Nonostante i timori, la grafica si assesta su un buon livello. C’è però un po’ poca differenza nei modelli dei wrestler, soprattutto in termini di dimensioni e animazioni di alcune mosse.

 

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Pro

  • Alternativa a WWE 2K / Sangue e violenza abbondano / Coglie lo spirito della AEW

Contro

  • Tecnicamente solo discreto / Poche modalità e tipologie di match
7

Buono

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