Blood West – Recensione

PC

Un pistolero non morto, ma nemmeno troppo vivo, cerca di spezzare la maledizione che lo affligge e capire chi è stato nella precedente vita terrena. Ma in Blood West non è un’impresa facile.

Sviluppatore / Publisher: Hyperstrange / Hyperstrange Prezzo: 24.99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: 18 Disponibile su: PC (Steam) Data d’uscita: Già disponibile

Il bello di essere dei pistoleri non morti è che in qualche modo si è riusciti a sfuggire dalle grinfie del Tristo Mietitore quando è avvenuto il fattaccio. Il brutto è che tra non morto e immortale vi è una differenza abissale, e nel primo caso nessuno vieta a brutti ceffi assortiti di finire il lavoro come si deve. L’unica speranza è cercare di spezzare la maledizione e reclamare la propria anima, prima di finire allo spiedo negli inferi. Questa la semplicissima storia alla base di Blood West, sapiente mix tra stealth FPS e soulslike con elementi boomer shooter sviluppato e distribuito da Hyperstrange, già amati da noi giocatori per POSTAL: Brain Damaged.




Zombie e Vecchio West sono un connubio esplosivo già esplorato da Evil West, ma qui l’approccio è più orientato alle uccisioni silenziose, come visto in Thief. È una coincidenza che Stephen Russell, il doppiatore del mitico ladro Garrett, presti la propria voce anche al protagonista senza nome di questo gioco? E un pistolero realizzato dagli stessi autori di POSTAL potrebbe definirsi POSTALero? Cerchiamo di rispondere a tutte queste domande.

BLOOD WEST: IL NON MORTO, IL BRUTTO E IL CATTIVO

Blood West è un gioco ambientato nel West senza i cliché del West. Niente assalti alle diligenze, nessuna rissa nei saloon con pendagli da forca defenestrati mentre il pianista suona imperterrito, zero duelli tra tizi fermi impalati nel mezzo di strade polverose a guardarsi negli occhi come innamorati invece di spararsi addosso. Troviamo invece molta azione, nemici coriacei, e tre ampie mappe liberamente visitabili che strizzano l’occhio agli amanti dell’open world anche se mettere piede in certe zone prima di aver completato alcune quest e aver livellato un pochino potrebbe riverlarsi un’impresa suicida o quasi.

Alcune zone sono presidiate da creature eteree.

Chiarito dunque il senso della parola Blood, cosa rimane del West? Armi e paesaggi. Revolver, fucili, tomahawk, archi e coltellacci con i quali farsi strada lungo canyon, paludi e montagne, il tutto pervaso da un’aura di misticismo e magia ispirate alle credenze dei nativi americani, come ad esempio il Totem delle Anime, equivalente dei falò di Dark Souls, che sicuramente ha ispirato questo lavoro in quanto a difficoltà.

È TUTTO MALEDETTO E MALEDETTAMENTE DIFFICILE

Blood West è un gioco punitivo, come se volesse far espiare a noi le colpe del pistolero maledetto. I nemici sono molto più forti di noi, molto resistenti ai nostri colpi e determinati a rincorrerci per tutta la mappa una volta che siamo stati individuati. Fortunatamente si riveleranno abbastanza vulnerabili se colti di sorpresa, e qui entra in gioco la componente stealth della produzione.

Il sangue, pur pixellato, schizza copioso.

Camminando nei pressi di un mostro appare un’icona a forma di orecchio per avvisarci che stiamo facendo troppo rumore, e un indicatore comincia a salire piuttosto velocemente. È necessario dunque fermarsi per calmare le acque prima di attirare troppo l’attenzione. Prendere alle spalle i nostri bersagli, soprattutto con un’arma bianca che richiede di arrivare alla distanza da corpo a corpo, è tutt’altro che facile, anche perché i fetenti non stanno mai fermi e durante le loro operazioni di pattuglia si guardano le spalle l’un l’altro. Finire nel loro cono visivo accenderà l’icona dell’occhio e dovremo volatilizzarci al più presto prima che partano all’attacco. Fortunatamente lanciando un sasso in un angolino, potremo distrarli.

In Blood West la morte è punita con un malus alle statistiche, che decesso dopo decesso costringe a ricominciare da zero con un nuovo personaggio

Una specie di Thief mixato con Desperados, anche se manca tutta la gestione dell’occultamento dei cadaveri: nessuno si curerà dei corpi smembrati e abbandonati in giro per la mappa. Per chiudere, anzi cominciare, in bellezza, non vi è nemmeno un tutorial vero e proprio, e si viene catapultati fin da subito nell’azione contro mostri in grado di farci fuori con due sberle, con l’unica concessione – e qui ci starebbe bene il Fantozziano “come è umano lei” – di non subire penalità qualora dovessimo morire nell’area introduttiva. Perché i sadici di Hyperstrange hanno ben pensato di castigarci anche quando schiattiamo.

LA MORTE TI FA BELLA? NO, TI FA DEBOLE

Avete notato che la parola “perk” se letta al contrario suona “krep”? Coincidenza? Probabilmente no, dato che in Blood West quando si crepa viene assegnato un malus. Potrebbe essere una riduzione dei punti vita, o una maggiore sensibilità ai danni, o la decurtazione della stamina, o ancora un aumento della rumorosità dei nostri passi. Contrariamente ai roguelite in cui sconfitta dopo sconfitta si diventa sempre più forti, qui diventiamo sempre più deboli, e soprattutto nelle prime run, quando i decessi saranno molto frequenti a causa dell’inesperienza, a un certo punto conviene ricominciare da zero piuttosto che cercare degli oggetti magici per annullare i krep – ma che bello questo neologismo! – o cercare di bilanciarli livellando e investendo punti nella corposa tabella delle skill. La parola “tabella” al posto di “albero” non è casuale dato che tutti i potenziamenti sono disponibili da subito, senza l’obbligo di sbloccarne alcuni per avere accesso ad altri. Una curiosità: gli oggetti magici da barattare per ristabilire le nostre statistiche sono delle penne, e da qui nasce il detto “lasciarci le penne”.

Voglio dirlo! Voglio diro! C’è un nuovo sceriffo in città.

La parola “tabella” al posto di “albero” non è casuale dato che tutti i potenziamenti sono disponibili da subito, senza l’obbligo di sbloccarne alcuni per avere accesso ad altri. Una curiosità: gli oggetti magici da barattare per ristabilire le nostre statistiche sono delle penne, e da qui nasce il detto “lasciarci le penne”.

Le tre grandi aree sono esplorabili liberamente come piccoli open world, ma avventurarsi senza la necessaria prudenza porterà velocemente alla tomba

Se morite, dovrete lasciare delle penne. Ditelo a tutti, citando TGM come fonte. Ciliegina sulla torta, non ci viene fornita nemmeno una mappa, che però è disponibile dai vendor, a un prezzo fortunatamente abbastanza accessibile. La grafica lowpoly dalle texture pixellose funziona molto bene in questo tipo di gioco, anche se è tutto un po’ troppo buio e alcune ambientazioni sono così spoglie da ricordare gli stanzoni di Quake. Ottimo invece il sonoro, che dona la voce a tutti gli NPC, per l’occasione non relegati a semplici statue che elargiscono quest bnesì dotati di una caratterizzazione più complessa in grado di influenzare il gameplay, diventando preziosi alleati o pericolosi antagonisti. Una piacevole conferma del talento del team Hyperstrange, anche se questa volta si sono fatti un po’ prendere la mano con la difficoltà e qualcuno potrebbe trovare Blood West troppo ostico.

In Breve: Blood West è un FPS con forte componente stealth e una difficoltà degna dei soulslike che vi vedrà provare e riprovare vari modi di eliminare i nemici. Le penalità assegnate ogni qualvolta si muore a lungo andare possono rendere il personaggio quasi ingiocabile, ma una volta domata la folle curva della difficoltà, le varie build possibili sono molto diverse tra loro e ci si divertirà sicuramente a sperimentare. Ottimo il sonoro e buona la grafica lowpoly, anche se sarebbe stato opportuno rendere le mappe un po’ più ricche. Qualcuno lo troverà molto punitivo, e l’assenza di livelli di difficoltà non corre in suo aiuto, ma il Selvaggio West è un mondo spietato.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Nulla da segnalare sul profilo tecnico, ma le opzioni di personalizzazione grafica sono veramente scarse: si sceglie la risoluzione e poco più. Aumentate la luminosità perché con le impostazioni di default è un poì troppo buio.

 

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Pro

  • Uno stealth FPS soulslike ambientato nel West! / Grandi mappe da esplorare / Possibilità di diversificare molto le build del personaggio.

Contro

  • A volte non c’è altra soluzione che ricominciare da zero / Ambientazioni un po’ scarne
8.2

Più che buono

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