The Last of Us: Part II – Recensione

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A distanza di tre anni e mezzo dall’uscita originale, The Last of Us: Parte II torna in versione Remastered su PlayStation 5, anche se sarebbe stato più appropriato chiamarla Director’s Cut. A fronte di interventi estetici minori e di un’esperienza di gioco sicuramente più fluida, a brillare in questa riedizione sono i contenuti inediti, tra cui una modalità roguelike tutta nuova e tre mini-livelli tagliati nel gioco finale… ma basteranno per incoraggiare al replay?

Sviluppatore / Publisher: Naughty Dog / Sony Interactive Entertainment Prezzo: € 49,99 Localizzazione: Completa Multiplayer: Assente PEGI: +18 Disponibile su: PlayStation 5 Data d’uscita: 19 gennaio 2024

Avete presente il geniale dipinto di René Magritte intitolato “Il Tradimento delle Immagini”? Consiste nella rappresentazione di una pipa su uno sfondo monocromatico, sotto la quale l’artista belga scrisse la didascalia “ceci n’est pas une pipe” (“questa non è una pipa”) nel tentativo di rinnegare il palese connubio che la pittura classica faceva tra ciò che viene mostrato e il suo stesso significato. Lungi dal volermi paragonare ad un genio di tale misura, ma quella che state per leggere non è una recensione… non nel senso classico del termine, almeno.




Che senso avrebbe infatti recensire nuovamente un gioco uscito meno di tre anni fa? La sua storia la conosciamo tutti, così come le sue indubbie qualità e purtroppo anche le inutili polemiche seguite alla sua uscita, legate a ben note scelte narrative. Siamo qui per capire invece se abbia senso riproporre a così breve distanza un titolo che, per quanto iconico, è ancora ben impresso nella memoria di tutti quelli che hanno avuto la voglia di viverlo in prima persona… o se questa riedizione possiede i requisiti adatti per convincere all’acquisto chi all’epoca dubitò.

BENTORNATI A JACKSON

Chi vi scrive realizzò la recensione di The Last of Us Parte II per TGM e all’epoca, anche a distanza di svariate settimane dal suo completamento, continuò a pensarci fino a maturare la ferma convinzione che si era trattata di una delle migliori esperienze single-player mai realizzate e di un prodotto capace di trascendere la semplice definizione di videogioco. Rigiocarlo oggi non ha modificato questa convinzione, anzi.

 Mentre giocate i tre (brevi) livelli tagliati non mancate i fumetti come questo sparsi in giro, che attiveranno commenti audio ricchi di informazioni e curiosità.

Se anche voi state pensando di intraprendere una seconda run vi consiglio di farlo alzando almeno di uno step il livello di difficoltà e di attivare il commento degli sviluppatori, che nulla toglie al coinvolgimento ma che, anzi, aggiunge ulteriori strati di approfondimento e immersione.

RISE AND SHINE, THE LAST OF US: PARTE II Remastered!?

Visivamente l’upgrade è percepibile fin dalla primissima scena della passeggiata a cavallo ma non nel modo che ci saremmo aspettati. Il materiale di partenza d’altronde era già di altissima qualità e il tempo passato non ha consentito chissà quale salto tecnologico, proprio per questi motivi in questo secondo playthrough alcuni “abbellimenti” ci sono sembrati quasi forzati.

Sarebbe stato più corretto chiamarla Director’s Cut perché buona parte dei contenuti inseriti vanno a rimpolpare le parti ludiche e narrative, svelando dettagli inediti spesso interessanti

Ci riferiamo in particolare al sistema di illuminazione e a tutta quell’effettistica che fa risaltare ray tracing, blooming e via dicendo. In molte scene il lavoro di “rinforzo” riesce ad esaltare efficacemente il lavoro originale (in particolare a beneficiarne è tutta la sezione di Seattle, contraddistinta da una maggiore presenza di chiaroscuri) ma in altre sullo schermo aleggia una vaga sensazione di superfluo, di “messo lì perché avevamo più potenza a disposizione e non sapevamo che farcene”.

La sequenza ambientata a Jackson in cui Ellie si prepara per partire per la ronda è una di quelle che è stata modificata a più riprese in fase di lavorazione.

Fortunatamente tale energia aggiuntiva è stata messa anche al servizio della fluidità dell’esperienza, che su PlayStation 5 trova una solidità del frame rate granitica grazie anche all’implementazione del VRR sui televisori che lo supportano. All’inizio è possibile scegliere tra le canoniche due modalità: Fedeltà (4K nativi e 30 fps) e Prestazioni (1440p upscalati a 4K e 60fps). Leggermente migliorata la qualità di alcune texture, che si caricano ora senza alcun tentennamento, e ampliata la risoluzione del FOV, così come la resa delle ombre. A soffrire un po’ sono i modelli poligonali, che mostrano qualche piccola ruga rispetto al contesto.

Le caratteristiche peculiari del DualSense sono state sfruttate per dare un feedback tattile alle azioni dei protagonisti e alle armi

Le caratteristiche peculiari del DualSense sono state sfruttate per dare un feedback tattile alle azioni dei protagonisti e alle armi, i cui “sentori” però non sono così vari come in altri giochi pensati fin dall’inizio per l’ultimo hardware Sony. Piacevole la resistenza dei grilletti adattivi, specie quando si usano armi da lancio e nelle fasi di scontri “corpo a corpo” che in The Last of Us: Parte II  non mancano di certo. Il comparto audio è ancora una volta una delle punte di diamante della produzione e in questa Remastered è stato ulteriormente pulito per esaltare la direzionalità delle fonti sonore.

NON UNA SEMPLICE REMASTERED

A nostro modesto parere sarebbe stato molto più corretto aggiungere un bel Director’s Cut al titolo originale invece dell’ormai banalissima definizione Remastered. Questo perché buona parte dei contenuti inseriti vanno a rimpolpare soprattutto le parti ludiche e narrative, svelando dettagli inediti spesso molto interessanti. Se avete già giocato la storia principale vi consigliamo di ricominciarla attivando il commento del regista, disponibile solo in inglese con sottotitoli, grazie al quale i filmati di intermezzo saranno impreziositi dalle informazioni date direttamente da Druckmann, Baker e compagnia bella. Potrete anche dedicarvi fin da subito ai tre Livelli Perduti, che da giocare non sono un granchè e durano una manciata di minuti, ma offrono una visione più approfondita su quello che era il progetto iniziale, modificato e limato nel corso degli anni fino ad arrivare all’edizione che oltre 10 milioni di giocatori hanno apprezzato. All’interno di questi brevi stage sono presenti dei fumetti che una volta raggiunti attivano un commento sonoro che spiega vari retroscena sulla lavorazione del gioco. Un corposo antipasto di quello che verrà poi raccontato nel docu-filmGrounded/Realismo 2 che uscirà a breve.

Nel rifugio del Senza Ritorno potrete modificare le armi, potenziare il personaggio, acquisire i bonus sbloccati e scegliere la sfida con cui proseguire.

Il pezzo forte di questa edizione è però rappresentato dalla modalità Senza Ritorno, decisamente corposa e impegnativa. Trattasi di una serie di sfide di difficoltà create casualmente con forti elementi roguelike, nelle quali dovrete dare prova delle vostre abilità di combattimento e adattamento. Il primo passo è rappresentato dalla scelta del personaggio tra quelli inizialmente disponibili, ognuno caratterizzato da un diverso set di armi e accessori con cui inizierà la prova e abilità specifiche la cui utilità dipenderà ovviamente dallo stile di gioco che deciderete di affrontare. Prima di iniziare potrete scegliere tra una serie di modificatori che andranno ad alterare le meccaniche di gioco, anche in questo caso (come per la quantità di personaggi, armi e abilità), completando determinate missioni e ottenendo buoni risultati andrete a sbloccare ulteriori possibilità di personalizzazione.

Il primo passo è rappresentato dalla scelta del personaggio tra quelli inizialmente disponibili, ognuno caratterizzato da un diverso set di armi e accessori

Lo stage iniziale è più che altro di riscaldamento e come tutti quelli che seguiranno può appartenere ad una delle due modalità principali: Caccia (nella quale bisogna sopravvivere fino allo scadere del tempo) e Assalto (in questo caso è necessario superare tutte le ondate di nemici con brevi pause per curarsi e recuperare scorte). In breve tempo potrete sbloccare ulteriori opzioni come la modalità Resistenza, giocabile insieme a un alleato, e Conquista, forse la più originale di tutte visto che vi chiederà di aprire una cassaforte protetta dai nemici entro un determinato limite di tempo per garantirvi il malloppo contenuto al suo interno.

Caricando i salvataggi della versione PS4 otterrete automaticamente i vostri “vecchi” Trofei ma anche tutti i filtri grafici e gli extra che avevate sbloccato.

Nel bel mezzo di una partita poi potrà capitarvi di imbattervi nei cosiddetti Azzardi, sfide speciali che appaiono una sola volta e che garantiscono ricompense maggiori a fronte di una difficiltà sensibilmente più alta. Alla fine di ogni ramo di sfide vi attende il boss, che ovviamente arriva direttamente dalla storia principale a volte con qualche piccola variante. Riuscire ad arrivare alla fine non è uno scherzo, il livello di difficoltà del Senza Ritorno è abbastanza alto e ci si impiega un po’ per scoprire il miglior set-up di personaggi che fanno al proprio caso. In più, essendo una modalità Roguelike, in caso di sconfitta perderete tutto quello che avrete guadagnato fino a quel momento e sarete costretti a ripartire dal primo step.

THE LAST OF US: PARTE II REMASTERED: TENTAZIONE IRRESISTIBILE?

Da giocare ce n’è e sebbene qualche aggiustamento in termini di equilibrio ed equazione sforzi/ricompense vada fatto (ma è già prevista una patch nei primi giorni post-lancio), la nuova modalità è un’aggiunta decisamente corposa, con tanti extra da sbloccare e un potenziale sul medio-lungo termine da non sottovalutare.

Al pacchetto di contenuti si aggiunge poi una delle feature più richieste dal pubblico fin dai mesi successivi all’uscita di TLOU2, la modalità Chitarra Libera

Al pacchetto di contenuti si aggiunge poi una delle feature più richieste dal pubblico fin dai mesi successivi all’uscita di TLOU2, la modalità Chitarra Libera. Anche questa è accessibile fin dall’inizio e offre una generosa quantità di opzioni. Oltre a poter scegliere il setting della vostra strimplellata tra varie location del gioco, vestire i panni di personaggi diversi da Joel ed Elli, potrete aggiungere effetti aggiuntivi e soprattutto scegliere strumenti alternativi come chitarre acustiche, elettriche e il divertentissimo banjo. Quest’ultimo è diventato istantaneamente il nostro strumento preferito, capace di dare alle sessioni musicali un divertente e piacevole tono folk.

La quantità di elementi estetici e skin sbloccabili è davvero notevole e alcune puntano decise sul cross-marketing.

Chiude il pacchetto una generosa manciata di skin e accessori da sbloccare che daranno ai protagonisti del gioco un look a volte anche totalmente fuori contesto, ma comunque divertente. Volete ad esempio vedere Abby e Lev vestiti come personaggi di Mad Max? Che ne dite di Ellie con una bella maglietta di Mortal Kombat o Death Stranding? Di oggetti da sbloccare ce ne sono davvero parecchi e i cacciatori di record troveranno ulteriore pane per i propri denti con la modalità Speedrun e i nuovi Trofei legati alla modalità Senza Ritorno.

Sebbene qualche aggiustamento in termini di equilibrio ed equazione sforzi/ricompense vada fatto, la nuova modalità è un’aggiunta decisamente corposa

A differenza della versione remastered del primo The Last of Us, il cui prezzo sollevò non poche polemiche, questa Parte II viene venduta a 49,99 Euro, che scendono a 10 per l’aggiornamento delle vecchie edizioni fisiche o digitali, prezzi a nostro parere adeguati per un prodotto che ha sì tre anni sulle spalle ma che alla luce dei miglioramenti descritti e dei contenuti bonus si presenta come un prodotto assai appetibile e quasi obbligatorio per chi ama i videogiochi e non ebbe l’occasione di giocarlo all’epoca, ma anche per chi vuole tornare su una delle migliori avventure single player mai realizzate e divertirsi con sfide tutte nuove.

In Breve: Far uscire una remastered di un gioco così in vista a poco più di tre anni di distanza dall’originale è stato sicuramente un azzardo. Fortunatamente Naughty Dog al lavoro di restauro audivisivo (adeguato e percepibile in alcune parti del gioco, quasi superfluo in altre) ha affiancato un’ottimizzazione generale che ha migliorato la qualità dell’esperienza con un frame rate molto più solido e caricamente sensibilmente più veloci. Ad accrescere ulteriormente il valore di questa versione troviamo una impegnativa e divertente nuova modalità roguelike, tre mini-livelli tagliati, skin da sbloccare e svariati altri extra che approfondiscono ulteriormente il mondo di TLOU2, facendocene scoprire tutti i dettagli e segreti.

Piattaforma di Prova: PlayStation 5
Com’è, come gira: Il passaggio su un hardware più potente ha ovviamente concesso più mezzi a Naughty Dog, che li ha messi a frutto in primis per dare all’esperienza una maggiore solidità e fluidità. Il lifting/potenziamento grafico ovviamente non poteva essere massiccio come in altre Remastered ma si percepisce, anche se in alcuni casi da una strana sensazione di superfluo. Ottima la quantità di extra disponibili da subito e sbloccabili. Adeguato il prezzo, sia quello del pacchetto completo che dell’aggiornamento.

 

 

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Pro

  • Eccellente quantità di materiale inedito, modalità ed extra / Frame rate più solido e caricamenti più rapidi / Nuove opzioni di accessibilità

Contro

  • Restauro audio-visivo percepibile ma a volte quasi superfluo / Il supporto al DualSense poteva essere più “incisivo”
9.5

Ottimo

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