Stargate: Timekeepers – Recensione

PC

Cosa succede quando l’IP di SG-1 si fonde con il gameplay di Commandos: Behind Enemy Lines? Stargate: Timekeepers, RTS a stagioni, è qui per darci una risposta.

Sviluppatore / Publisher: Slitherine Ltd. / Slitherine Ltd. Prezzo: 28,99 euro Localizzazione: Assente Multiplayer: Assente PEGI: Assente Disponibile su: PC (Steam)

Corre l’anno 1994 quando Roland Emmerich porta sul grande schermo Stargate, scritto assieme a Dean Devlin e interpretato da Kurt Russel e James Spader. La storia ruota attorno alla scoperta di un dispositivo che funge da portale interdimensionale per viaggiare attraverso lo spazio. Una volta che i nostri eroi lo attraversano, vengono catapultati su un pianeta che in gergo videoludico definiremmo Pharaoh-like, e seguiranno peripezie e love story assortite. Nei piani di Emmerich il film sarebbe dovuto essere il primo di una trilogia, che però non viene mai realizzata. Stargate tuttavia riesce lo stesso a diventare una IP di successo dando vita a un franchise la cui produzione più famosa è la serie televisiva Stargate SG-1, forte di ben sette stagioni più due sequel sotto forma di film direct-to-video.Dal piccolo schermo, la saga si appronta a sbarcare anche sui nostri monitor con il videogame Stargate SG-1: The Alliance, che però non vedrà mai la luce.




Semaforo verde invece per Stargate: Timekeepers, che propone un nuovo cast e una nuova storia nell’universo di SG-1. Al  timone c’è Slitherine, già a proprio agio nel genere sci-fi militare grazie a Starship Troopers: Terran Command. In tutto questo susseguirsi di licenze e inevitabili citazioni, c’è spazio per chi non ha la più pallida idea di quanto narrato finora? Certamente, alla fine si tratta di un real time strategy con visuale isometrica e background fantascientifico, quale miglior occasione per conoscere gli alieni Goa’uld se non prendendoli a calci? Magari con un gameplay Commandos-like?

STARGATE: TIMEKEEPERS, IN MEZZO AI DESPERADOS

Non è passato nemmeno un mese dalla chiusura ufficiale di Mimimi Games, responsabile dei migliori stealth RTS come Shadow Tactics: Blades of the Shogun, Desperados III e il recente Shadow Gambit: The Cursed Crew, e pare ci sia già chi sta provando a raccogliere il testimone passato dalla software house tedesca per scattare nuovamente in mezzo a livelli pieni di nemici che pattugliano anche il più piccolo anfratto, pronti a inquadrarci con il loro maledetto cono visivo per poi dare l’allarme e metterci alle calcagna l’intero esercito. La prima regola di questo genere di gameplay è infatti non farsi scorgere dagli avversari. Più facile a dirsi che a farsi dato che non stanno mai fermi, si guardano le spalle l’un l’altro e presidiano tutti i luoghi di interesse.

Meglio muoversi con molta cautela, questi sono veramente troppi.

Ma gestiamo una squadra di specialisti, non l’Armata Brancaleone, dunque disponiamo di molte frecce nel nostro arco, a partire dalle peculiarità di ciascun membro del team. C’è Eva, esperta di armi automatiche, o Max il cecchino, o ancora Sam l’esperto in tecnologia aliena, più altri che lavorando in sinergia formeranno il party adatto per ogni occasione. Movimenti furtivi, nascondigli, agguati, occultamento di cadaveri e diversivi si susseguono a ritmo serrato nelle ampie mappe brulicanti di pericoli. Eliminare guardie e sentinelle in tempo reale è sicuramente divertente, ma ancor più appagante è la modalità di pianificazione, durante la quale il gioco entra in pausa per permetterci di impostare le azioni di tutti i membri del party, che al nostro via agiranno all’unisono.

AI SAGGIAMENTE TONTA

Come tutti i giochi di questo genere, oltre al level design è determinante una gestione dell’AI che sia sì impegnativa ma che ci lasci anche giocare in santa pace. Un colpo di fucile in un ghiacciaio nella vita reale si sentirebbe a miglia di distanza allertando anche le truppe più distratte, così come la reazione alla scoperta di un commilitone legato come un salame non si limiterebbe a un paio di giri extra di perlustrazione.

Nascosto nel cespuglio sono al sicuro anche dagli sguardi diretti.

Comportamenti troppo realistici renderebbero dunque la progressione impossibile, mentre Stargate: Timekeepers propone il giusto compromesso tra credibilità e giocabilità.Sono anche presenti tre livelli di difficoltà per consentire a chi vuole semplicemente seguire la storia di proseguire senza troppi problemi, o per mettere a dura prova i veterani di questo genere di RTS proponendo una sfida estrema. Ben congegnate le missioni, che prevedono di esplorare in lungo e in largo le mappe, evitando gli scontri quando possibile, e spingendoci a utilizzare l’ambiente stesso come opportunità: una recinzione abbattuta può diventare un ponte per attraversare un crepaccio, e un tronco d’albero fatto rotolare giù per una discesa metterà fuori combattimento anche le guardie più coriacee. Difficilmente si raggiungerà l’uscita prima di una mezz’oretta buona, e un pratico timer ci avvisa da quanto tempo non abbiamo salvato per evitare di dover ripetere tutto daccapo.

STAGIONE UNO, PARTE UNO

Una particolarità di Stargate: Timekeepers è la sua modalità di lancio sul mercato. Il gioco è infatti pensato in stagioni, come se fosse una serie televisiva, al punto che tra una missione e l’altra prima del briefing c’è il famoso recap “nelle puntate precedenti”, però al day one sarà disponibile solamente la prima parte della prima stagione – ovvero del gioco vero e proprio – con la seconda in arrivo in aprile. Non si tratterà di un DLC ma di un download gratuito per chi già in possesso del gioco. Sulle stagioni successive non si sa ancora nulla, ma ricapitolando e utilizzando una terminologia ben nota agli amanti del piccolo schermo, all’inizio avremo la cosiddetta S01E01 mentre tra due o tre mesetti si aggiungerà la S01E02.

Ho legato una guardia, e ora la getto, ancora viva, giù per un dirupo. Poesia.

A questo punto possiamo vedere il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. I mezzopienisti saranno contenti di ricevere a breve un sostanzioso update gratuito, gli altri storceranno un pochino il naso al pensiero di pagare tutto subito per ricevere solo metà prodotto perché come ben sanno Bacco e Arianna, di doman non v’è certezza. Nonostante ogni videogame sia un universo a sé stante, il paragone con gli ultimi prodotti Mimimi è inevitabile, dunque la riposta alla domanda che non dovreste porvi è: no, nonostante sia un ottimo rappresentante del genere, Stargate: Timekeeper non raggiunge le vette toccate dal compianto studio tedesco, ma la strada imboccata è molto promettente e possiamo guardare – anzi dirigere il nostro cono visivo – al futuro con ottimismo.

In Breve: Gli ultimi spiacevoli avvenimenti ci hanno portato a pensare che il genere Commandos-like avrebbe faticato a proporre nuovi giochi di qualità, ma ecco arrivare Stargate: Timekeepers a ribaltare la situazione, riabilitando al contempo la IP di SG-1 che era un po’ finita nel dimenticatoio. Livelli vasti e molto articolati pieni di nemici da evitare, sopraffare o eliminare sfruttando l’ambiente, una AI che sa quando chiudere un occhio e dei personaggi carismatici dotati di abilità esclusive rendono questo gioco un acquisto obbligato per tutti gli amanti degli stealth RTS.

Piattaforma di Prova: PC
Configurazione di Prova: AMD Ryzen 9 6900HS, 16GB RAM, GeForce RTX 3080, SSD
Com’è, Come Gira: Giocato a 1440p senza problemi, si controlla tranquillamente il party con il mouse e la telecamera con la tastiera senza bisogno di ridefinire nulla.

 

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Pro

  • Il ritorno dei Commandos-like / Missioni molto ben congegnate / Party eterogeneo

Contro

  • Il sistema di release a stagioni potrebbe non piacere a tutti.
8.2

Più che buono

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